Abbazia di Piona: differenze tra le versioni

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{{NN|architettura|dicembre 2010}}
{{P|enfatica dalla prima riga ("paesaggio di eccezionale e struggente bellezza") all'ultima ("le voci salmodianti e i canti ispirati che confortano il credente e trasportano il non credente in un tempo lontano intriso di luci ed ombre, ventre prolifico delle nostre attuali istituzioni")|architettura|dicembre 2010}}
[[File:Piona2.JPG|upright=1.4|thumb|Priorato di Piona, San Nicola]]
Il [[architettura|complesso architettonico]] costituente il '''Priorato di Piona''', generalmente conosciuto come ''Abbazia di Piona'',<ref>Osservare Piona nel Cenacolo di Leonardo a S.Maria delle Grazie a Milano.</ref> si trova sulla [[provincia di Lecco|sponda lecchese]] del [[lago di Como]] nel [[territorio]] del comune di [[Colico]].
 
L'abbazia sorge sull'estremità della penisola detta ''[[Olgiasca]]'' che, protendendosi nel [[Lago di Como]], forma una caratteristica insenatura.
 
== Lo scenario ==
La primitiva chiesa dedicata a [[Giustina vergine e martire|Santa Giustina]] sorse in età medievale: ad essa sarebbe seguita, alcuni secoli più tardi, la fondazione di un [[priore|priorato]], con il suo [[abbazia|complesso abbaziale]], he faceva capo a [[Cluny]] ed al suo movimento riformatore.
 
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</ref>
 
== La storia ==
Le prime notizie storiche risalgono al [[VII secolo]], a un cippo coevo, ora sistemato sotto i [[portico|portici]] dell'abbazia, che testimonia la costruzione di un oratorio voluto da [[Agrippino vescovo di Como|Agrippino]], tredicesimo [[vescovo]] di [[Como]]:
 
{{Citazione|<small>AGRIPPINUs<br />FAMULUS Xpi<br />COM CIVITATis<br />EPS HUNC HORAto<br />RIUM SCTAE Ius<br />TINAE MARTYRis<br />ANNO X ORDINa<br />TIONIS SUAE A Fon<br />DAMENTIS FABri<br />CAVIT ET SEPOLtu<br />RA SIBI ORDENA<br />BIT ET IN OMNI<br />EXPLEBIT ADQue<br />DEDICABIT</small>|<small>ex Marcora C. – Il priorato di Piona</small>}}
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Forse Agrippino voleva solamente erigere una chiesa in onore di Santa Giustina o creare un [[monastero|plesso monastico]] magari femminile o forse un posto dove ritirarsi in preghiera e meditazione in attesa dell'ultimo passaggio: noi non abbiamo la risposta, né aiuta il lemma ''Oratorium'' inciso nel cippo, dati i suoi molteplici significati.
 
== La chiesa di San Nicola ==
Nell'attuale Piona esistono, dunque, due edifici: l'odierna chiesa di [[San Nicola]], costituente il vero e proprio nucleo edilizio del Priorato di Piona, e in posizione retrostante resti di un primitivo edificio ossia un rudere di una porzione di abside che può ragionevolmente essere attribuita all'''oratorium'' voluto da Agrippino.
 
Sono resti che, per le loro dimensioni, fanno pensare a un edificio piccolo e raccolto, degradato col tempo e quindi distrutto, che così ha fatto posto al successivo edificio dedicato a San Nicola.
 
Della costruzione di quest'ultimo non si ha una datazione certa né una documentazione storica che ne testimoni attori ed intenzioni.<Brbr />
Agli inizi del [[XX secolo]] è stata casualmente scoperta un'iscrizione all'interno della chiesa che affermava che la stessa era stata consacrata nel [[1138]] alla [[Maria, madre di Gesù|Vergine]], dal che si deduce che a quella data l'edificio, ora dedicato a San Nicola, esisteva già<ref>La [[visita pastorale]] del vescovo di [[diocesi di Como|Como]] [[Feliciano Ninguarda]], in data del 7 novembre 1593, conserva la memoria di questa fugace dedicazione: « ''Dentro da una parte del monastero, doppo li muri della capella maggiore, si va in una capella di S.ta Maria antichissima, ecc…'' ». Questa tardiva citazione indica che è stato il vecchio edificio del quale sussiste il rudere ad aver conosciuto le due intitolazioni.
Don S. MONTI, ''Atti della visita pastorale di F. Ninguarda vescovo di Como (1589-1593)'', Como, Newpress, 1991, vol. II, p. 181.</ref>. Oscuro rimane il passaggio dedicatorio dalla Vergine a San Nicola; è un enigma che rimane tale, oggetto di studi e speculazioni per gli specialisti.
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Si è pensato che il priorato potesse essere il risultato della traslazione di un più vetusto monastero, quello di [[San Pietro]] di [[Vallate]], ma studi recenti hanno respinto tale ipotesi. Rimane più credibile la successione dall'asceterio di [[Giustina vergine e martire|Santa Giustina]], ormai diruto, con una nuova dedica conseguente alla diffusione del culto di San Nicola.
 
== L'architettura ==
[[File:Piona16.JPG|upright=1.5|thumb|Capitello]]
L'architettura del complesso abbaziale rientra nel cosiddetto ''[[romanico lombardo]]'' con influenze transalpine. In alcuni particolari ci sono degli spunti che fanno pensare al gotico francese di ispirazione cluniacense, cosa verosimile tenuto conto dei rapporti con la casa madre, [[Cluny]].
 
La chiesa, a navata unica terminante in un'abside con copertura a botte affrescata, è lunga circa 20 metri e larga circa 8, il che ne fa una costruzione non grande e raccolta, comunque idonea ad una piccola comunità monastica.<Brbr />
 
L'edificio attuale è il risultato di un ampliamento, per allungamento, di una precedente chiesa la cui consacrazione, come si è visto, risale al [[1138]]; l'esame delle caratteristiche architettoniche della nuova addizione ne suggerisce per la costruzione il [[XII secolo]].
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Questa presenza nel Cenacolo è dovuta al legame esistente fra Leonardo e alcuni componenti della famiglia Birago che deteneva la commenda del Priorato di Piona.
 
=== L'abside ===
L'abside presenta delle finestrelle a doppio sguincio ed è affrescata nella volta con una mandorla, quasi illeggibile, racchiudente un [[Gesù|Cristo]] in maestà con simboli evangelici.<Brbr />
Nella parete sottostante sono affrescati gli [[Apostoli]] in postura ieratica bizantineggiante. Vi è incertezza sugli autori degli affreschi e sulla loro datazione che potrebbe essere del [[secolo XII|XII]]-[[XIII secolo]] .<Brbr />
All'esterno presenta un'ornatura con leggeri ed eleganti archetti. Poco dietro rimane il rudere dell'abside di un precedente edificio ecclesiale, la probabile chiesa di Santa Giustina del vescovo Agrippino.
 
=== Il chiostro ===
Addossato alla parete sud della chiesa si trova un bel chiostro costruito successivamente, probabilmente in sostituzione di uno precedente di cui non si ha notizia, notevole per la bellezza degli archi e dei [[Capitello figurato|capitelli]] finemente scolpiti con figure ed allegorie care a Cluny.
[[File:Piona6.JPG|upright=1.4|left|thumb|Il chiostro]]
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Residui di affreschi più o meno leggibili si trovano anche nelle altre pareti del chiostro.
 
== L'evoluzione ==
Il priorato di Piona era inserito in quella grande rete [[monastero|monastica]] che da [[Cluny]] si era irradiata in tutta la [[cristianità]] sulla spinta di una nuova [[evangelizzazione]] e del bisogno di una riforma della [[Chiesa (istituzione)|Chiesa]] ormai sentita come corrotta e temporale. Da questo movimento derivò alla Chiesa nuova linfa religiosa, vitale per la sua missione, ma anche una maggiore crescita politica in un momento che presto sarà teatro della contesa fra istituzioni universali, [[Papato]] ed [[Impero]].
[[File:Piona11.JPG|left|thumb|Il calendario]]
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Lo sfarzo delle cerimonie, la grandiosità degli edifici maggiori, il mutato interesse dei potenti perderanno Cluny e con essa molti dei priorati affiliati.
 
<Brbr />
{{Citazione|…Ti è concesso, se servi bene, che tu viva dell'altare ... ma non perché tu tragga lussi dell'altare e di lì ti compri freni d'oro, selle dipinte, speroni d'argento, pellicce varie e grigie con ornamenti di porpora al collo e alle mani. Infine, ciò che oltre al vitto necessario e al semplice vestito tu ritieni dall'altare, non è tuo diritto: è rapina, è sacrilegio...|<small>Bernardo di Chiaravalle, ex Cantarella G. M. - ''I monaci di Cluny''</small>}}
 
== L'epilogo ==
[[File:Piona10.JPG|upright=1.4|thumb|S. Benedetto]]
Anche Piona seguirà la sorte di Cluny e di altri priorati: lentamente ed inesorabilmente decadrà, diminuiranno i monaci sempre di più e il suo priorato si ridurrà a prebenda. Prebenda da scambiarsi tra i potenti del momento, come occasione di gratificazione per i propri sodali fedeli, per i benefici economici che se ne potevano estorcere senza, peraltro obbligo di quegli interventi di ordine materiale e morale che avrebbero potuto salvare Piona.
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È l'istituto della [[commenda]], del patronato che si riduce a sfruttamento delle risorse commendate quasi sempre senza interventi restitutori.
 
Attraverso una temperie di avvenimenti storici quel monastero che nel medioevo era stato una delle punte di diamante dell'evangelizzazione cluniacense, in questa parte del lago di Como, cadrà in proprietà privata.<Brbr />
Solo la munificenza della famiglia Rocca, ultima proprietaria del complesso, fece rinascere il monastero con la sua donazione alla congregazione [[cistercensi|cistercense]] di [[Abbazia di Casamari|Casamari]], in memoria di un membro della famiglia, Cesare Rocca, e della moglie, Lidia, uccisi nell'[[Eccidio del cantiere Gondrand]] durante la [[Guerra d'Etiopia]]. I monaci cisternensi presero possesso del priorato il 13 febbraio [[1938]].<ref>A. Galazzetti, ''il massacro al cantiere gondrand'', Rivista "storia e Battaglie" numero 73, Ottobre 2007, pp. 13-20, vds. in particolare pp.19-20</ref>
 
== Comunità cistercense ==
Appartengono alla Congregazione di Casamari i monaci che sono membre viva della comunità di Piona:
* padre Ludovico Valenti (al secolo Giuseppe), priore abate
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* fra Pier Luigi Cavezzale, pittore e artista
* fra Marco Romanò
I monaci cistercensi della comunità di Piona si sono cimentati da secoli nella produzione di vari elisir a base di alcool ed erbe, tra cui le fortissime [[:it:Gocce_imperiali|Gocce Imperialiimperiali]] (circa 90° gradi), l'Alpestre a base di erbe alpine e l'Elisis San Bernardo, un amaro con proprieta' digestive. Ad oggi, i pochi monaci rimasti nell'abbazia continuano a produrre i suddetti liquori che rappresentano una fonte di sostentamento economico per la comunità<ref>S.Barba , T[[he legacy of Piona Abbey 's herbal liqueurs: when alcohol helps pursuing physical well being]]</ref>.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Glauco Maria Cantarella. ''I monaci di Cluny''. Torino, Einaudi, 1997. ISBN 88-06-14331-X.
* [[Georges Duby]]. ''Lo specchio del feudalesimo: sacerdoti, guerrieri e lavoratori''. Roma - Bari, Laterza, 1998. ISBN 88-420-5650-2.
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* Ernesto Solari. ''Leonardo, Piona e il cenacolo''. Milano, Aisthesis, 2004.
 
== Voci correlate ==
* [[Agrippino (vescovo di Como)|Agrippino]]
* [[Priorato di Sant'Egidio]]
* [[Basilica di Santa Giulia]]
* [[Stazione di Piona]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Priorato di Piona in Colico}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.cistercensi.info/piona/ Sito dell'Abbazia di Piona]
* [[:commons:Romanico_lombardo|Romanico lombardo]]
*[http://www.cistercensi.info/piona/ Sito dell'Abbazia di Piona]
 
== Particolari artistici ==
 
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