Speranza: differenze tra le versioni

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Ma «il retto stato delle cose umane, il benessere morale del mondo non può mai essere garantito semplicemente mediante strutture, per quanto valide esse siano», perché l'uomo rimane sempre un essere libero che può volgere la sua [[libertà]] ora verso il [[bene]], ora verso il [[male]]. E se anche «ci fossero strutture che fissassero in modo irrevocabile una determinata - buona – condizione del mondo, sarebbe negata la libertà dell'uomo, e per questo motivo non sarebbero, in definitiva, per nulla strutture buone».<ref>Ivi, 24.</ref>
 
La vera Speranza, quella che salva, viene invece presentata da Benedetto XVI come un dono della fede che è «sostanza delle realtà che si sperano»,<ref>Citazione dalla ''[[Lettera agli Ebrei]]'', XI, 1.</ref> nel senso che, a differenza della fede nel progresso proiettata in un ipotetico quanto incerto futuro, agisce già nel presente, come certezza dell'avvenire e operante fiducia che la propria vita non finisce nel vuoto. Le speranze terrene, d'altronde, per la loro stessa natura, una volta raggiunte divengono già superate e non riescono quindi a dare quella gioia che può venire solo da una prospettiva infinita, come quella offerta appunto da Dio tramite Cristo.<ref>Ivi, 30.</ref> Uno degli esempi portati da Benedetto XVI è la vicenda dell'africana [[Giuseppina Bakhita]], deportata e schiavizzata, la cui «speranza» non si riduceva a quella di trovare padroni meno crudeli, ma si fondava sulla grande speranza di essere attesa dall'[[Amore]] qualunque cosa le accadesse.<ref>Ivi, 3.</ref>
 
==== La speranza questa"virtù sconosciutanascosta" ====
[[File:Pope Francis in March 2013.jpg|upright=0.7|thumb|Papa Francesco]]
{{Citazione|La speranza è la più umile delle tre virtù teologali, perché nella vita si nasconde. Tuttavia essa ci trasforma in profondità, così come «una donna incinta è donna» ma è come se si trasformasse perché diventa mamma.<ref>Papa Francesco, Meditazione mattutina nella cappella della Domus Sanctae Marthae. ''La speranza, questa sconosciuta'', Martedì, 29 ottobre 2013 (da: ''L'Osservatore Romano'', ed. quotidiana, Anno CLIII, n. 249, Merc. 30/10/2013)</ref>}}