Ippolito Antonio Vincenti Mareri: differenze tra le versioni

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Il 19 marzo 1785 ricevette l'ordinazione sacerdotale e l'11 aprile di quello stesso anno venne eletto arcivescovo titolare di [[Corinto]], venendo consacrato l'8 maggio successivo nella cattedrale di [[Frascati]] per opera del cardinale [[Enrico Benedetto Stuart]], duca di York, venendo quindi nominato come previsto nunzio apostolico in Spagna dal 24 maggio 1785
 
[[Papa Pio VI]] lo elevò al rango di [[cardinale]] nel [[concistoro]] del 21 febbraio [[1794]], ricevendo la berretta cardinalizia a [[Madrid]] tramite monsignor FancescoFrancesco Carafa d'Andria, cappellano privato di Sua Santità, con breve apostolico, il 25 febbraio di quello stesso anno. Come da tradizione, fu lo stesso re [[Carlo IV di Spagna]] ad imporre all'arcivescovo la berretta cardinalizia in presenza dell'intera corte. Giunse quindi a [[Roma]] dalla [[Spagna]] il 5 aprile dell'anno successivo e ripeté la cerimonia della berretta il 28 maggio in presenza del pontefice, che il 1 giugno gli conferì il titolo cardinalizio dei Santi Nereo e Achilleo. Ascritto nella Sacra Congregazione dei Vescovi e dei Regolari, entrò a far parte anche di quelle per la Propaganda Fide, per il Concilio di Trento, per l'Indice e per le Paludi Pontine.
 
Legato pontificio a [[Bologna]] dal 1 giugno [[1795]] al giugno del [[1796]], quando la città veniva occupata dalle truppe francesi, si trasferì a Rieti nel 1797 ma venne fatto prigioniero e riportato a [[Roma]] nel 1798; in questo frangente venne quasi costretto a rinunciare al cardinalato, ma scampò all'onta dietro pagamento di una forte indennità che lo rilasciò libero e gli consentì di tornare a Rieti l'anno successivo, rimanendovi sino alla convocazione del conclave che si tenne a Venezia in forma straordinaria e dal quale risultò eletto [[Pio VII]]. Prefetto dell'Economia del Collegio Romano dal dicembre del 1801, optò per l'ordine dei vescovi ed ottenne la sede suburbicaria di Sabina dal 3 agosto 1807. Vice camerlngo di Santa Romana Chiesa, ricoprì tale incarico temporaneamente durante l'assenza del cardinale Giuseppe Maria Doria Pamphili nel 1808. Trasferito forzosamente a Parigi dal 2 gennaio 1810, fu tra i cardinali favorevoli alle seconde nozze di [[Napoleone]] con [[Maria Luisa d'Asburgo-Lorena]] (molti altri cardinali si erano opposti perché Napoleone era ancora scomunicato) ed anzi, partecipò alla cerimonia nuziale.