Bartolomeo Ammannati: differenze tra le versioni

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Nato a Settignano (Firenze) nel 1511, rimase orfano di padre a dodici anni e per vivere entrò nella bottega di [[Baccio Bandinelli]]<ref name=Treccani>[http://www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-ammannati_%28Dizionario-Biografico%29/ Treccani]</ref>. Intorno al 1530 si recò a [[Venezia]] attratto dalla fama di [[Jacopo Sansovino]], che ebbe modo di conoscere. Lavori di scultura di questo primo periodo, ricordati da [[Raffaello Borghini]], il suo principale biografo, sono per lo più perduti, come il rilievo con ''Dio Padre e angeli'' per il [[Duomo di Pisa]] e una ''Leda'' per [[Guidobaldo II Della Rovere]], mentre restano un ''San Nazario'', un ''David'' e una ''Giuditta'' (originarimanete scolpiti come ''Apollo'' e ''Minerva'') alla tomba di [[Jacopo Sannazzaro]] nella [[chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina]] ([[Napoli]])<ref name=Treccani/>.
 
Nel [[1537]] tornò a Venezia, dove col Sansovino collaborò con [[Jacopo Sansovino]] alla decorazione della [[Biblioteca Nazionale Marciana|Libreria di San Marco]], scolpendo un ''Nettuno'' (distrutto per un crollo nel 1750) e ad alcuni rilievi in archi e sottarchi. Nel [[1544]] si trasferì poi a [[Padova]], dove entrò sotto la protezione di [[Marco Mantua Benavides]] e per il cui [[palazzo Mantua Benavides|palazzo]] scolpiì un ''Ercole'', un ''Giove'' e un ''Apollo'' ancora nelle nicchie in loco. Nel [[1546]] nello stesso palazzo disegnò probabilmente l'arco e, lo stesso anno, progettò il sepolcro per il Mantua Benavides nella [[chiesa degli Eremitani]]<ref name=Treccani/>.
 
===A Roma===