Pietro Badoglio: differenze tra le versioni

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Nel 1991, dopo la chiusura dell'asilo Pittarelli, la casa natia del Maresciallo d'Italia fu destinata a centro culturale, per conto della Fondazione Badoglio, divenuta proprietaria di tutti i locali.
 
=== Il soldato discusso, l'uomo discusso ===
I ruoli ricoperti nella sua carriera militare ed in quella politica esposero Badoglio a interpretazioni ostili di diverso orientamento, ma la mole delle critiche rivoltegli è tale che desta sensazione: fu mal visto e peggio reputato da destra come da sinistra, dai militari come dai politici, dai repubblicani come dai monarchici, dagli americani come dai tedeschi. Resta l'uomo che lega indissolubilmente il suo nome a Caporetto, all'[[iprite]] e all'8 settembre.
 
Del soldato è discussa la velocità della carriera. Circa l'utilizzazione dell'iprite, i fatti (sconosciuti allora all'opinione pubblica italiana) sembrarono inaccettabili anche per un tempo nel quale ancora non erano intervenute le profonde mutazioni culturali del dopoguerra e i limiti della morale bellica dell'epoca erano alquanto più elastici degli odierni.
 
Nel 1965, fu tolto il segreto di stato alle risultanze dell'apposita commissione d'inchiesta sulla [[mancata difesa di Roma]] dell'8-10 settembre [[1943]]. Risultò così che i tre commissari, riuniti tra il 1944 e il 1945 sotto la Presidenza del comunista Palermo, avevano dato un'interpretazione strettamente militare all'evento, attribuendone la responsabilità al capo di stato maggiore dell'Esercito [[Mario Roatta]] e al comandante delle truppe dislocate in Roma generale [[Giacomo Carboni]]. Fu così che Badoglio, dopo i fatti di Caporetto e i crimini della campagna d'Etiopia, sfuggì per la terza volta ai rigori di una Commissione d'inchiesta.
 
La carriera bruciante, la mancanza assoluta di sanzioni (Caporetto) e la stessa lunga convivenza istituzionale forzosa con Mussolini sono apparsi a molti come segnali di qualche incongruenza che troverebbe spiegazione solo nell'appartenenza di Badoglio alla [[Massoneria]]. Tale presunta affiliazione, tuttavia, non trova riscontro in alcun documento ufficiale<ref>Mola, Aldo A. ''Storia della massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni'', Milano, Bompiani, 1992, p. 435</ref>. Tuttavia ne sembra convinto il generale [[Luigi Cadorna]] ([[Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano|Capo di Stato Maggiore dell'Esercito]]) che il 6 marzo 1917 scrive al figlio [[Raffaele Cadorna (1889-1973)|Raffaele]] «''A [[Luigi Capello|Capello]] ho dato Badoglio come desiderava. Così sono in pieno tre puntini! Almeno non mi diranno che ho delle prevenzioni!''»<ref>''carteggio privato Cadorna'' (a tutt'oggi in possesso della famiglia Cadorna), citato in [[Piero Pieri]]-[[Giorgio Rochat]], ''Pietro Badoglio maresciallo d'Italia'', Mondadori, 2002, p.109, con i limiti della nota di p.593.''</ref>.
 
Piemontese (del [[Monferrato]]) come il Re, sembrò avere sempre il costante sostegno dalla Corona, sebbene non fosse sempre stato graditissimo nemmeno al [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]]<ref>{{Cita|Montanelli1983|pp. 359 e sgg.|Montanelli e Cervi 1983|harv=s}}</ref>.
 
=== I racconti di Badoglio ===