Leges Liciniae Sextiae: differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Conflitto degli ordini}}
 
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È il più importante e cruciale sviluppo della [[Organi costituzionali (storia romana)|costituzione romana]]: al vertice dello Stato ci sono due [[Console (storia romana)|consoli]] reintegrati completamente dopo l'abolizione dei [[Tribuno consolare|tribuni militum consulari potestate]], uno dei quali avrebbe dovuto essere plebeo (''de consule plebeio''). In realtà, dai dati in nostro possesso sembra piuttosto che la legge consentisse che uno dei due consoli fosse plebeo, ma non escludesse la possibilità che entrambi i magistrati fossero patrizi.
 
Viene riservata ai patrizi la carica di [[pretore (storia romana)|pretore]] (latino: ''praetor'') che amministra la giustizia (''«qui ius in urbe diceret»''). Viene istituita l'[[edile (storia romana)|edilità curule]].
 
A seguito di gravi tumulti verificatisi tra patrizi e plebei furono emanate tali leggi che rappresentano il culmine di un lungo processo storico, definito [[Conflitto degli Ordini|rivoluzione della plebe]].
 
==Legge==