Compromesso storico: differenze tra le versioni

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La scelta di Berlinguer, fondamentalmente legata alla politica di [[eurocomunismo]], era un esempio di [[Realpolitik|politica reale]] che non riscontrò i favori dell'area di sinistra del suo partito.<ref>A. Brancati, ''Civiltà nei secoli'', Vol. 3</ref>
 
Il compromesso trovò una sponda nell'area di sinistra della DC che aveva come riferimento il presidente del partito [[Aldo Moro]] e il segretario [[Benigno Zaccagnini]], ma non ebbe mai l'avallo degli [[Stati Uniti d'America|USA]]{{citazione necessaria}}, né delldall'ala destra della DC, rappresentata da [[Giulio Andreotti]]. Lo stesso Andreotti in un'intervista dichiarò: "secondo me, il compromesso storico è il frutto di una profonda confusione ideologica, culturale, programmatica, storica. E, all’atto pratico, risulterebbe la somma di due guai: il clericalismo e il collettivismo comunista."<ref>[[Oriana Fallaci]], intervista a Giulio Andreotti nel dicembre 1973, contenuto in [[Intervista con la storia]], Rizzoli [[1974]]. ISBN 8817153788
</ref>.
Un compromesso minimo si raggiunse mediante l'appoggio esterno assicurato dal PCI al [[Governo Andreotti III|governo monocolore di Solidarietà Nazionale]], costituito da [[Giulio Andreotti]] nel [[1976]].