Concili della plebe: differenze tra le versioni

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L’assemblea della plebe (concilium plebis) si costituisce in seguito alla secessione della plebe sul Monte Sacro nel 494 a.C. per rivendicare il proprio diritto di partecipare alla vita politica della civitas. In questa circostanza la plebe si dà un'organizzazione: oltre ai concilia plebis, sono creati i tribuni della plebe, gli edili; le delibere della plebe raccolta nell'assemblea convocata dal tribuno della plebe prenderanno il nome di plebiscita (plebisciti).<ref>- G. Poma, Le istituzioni politiche del mondo romano, Il Mulino, Bologna, 2009, pp. 50-65; </ref> Da queste assemblee, naturalmente, saranno esclusi i patrizi: la plebe ottiene in questo momento la possibilità di una propria iniziativa politica.<ref>- M. Pani, E. Todisco, Società e istituzioni di Roma antica, Carocci editore, Bari, 2008, p.17;</ref>
 
==''' Funzioni, forma e luoghi di riunione''' ==
 
Le assemblee della plebe (concilia plebis) sono ripartite al proprio interno in tribù territoriali, 35 in totale di cui 4 urbane e 31 rustiche. <ref> G. Poma, Le istituzioni politiche del mondo romano, Il Mulino, Bologna, 2009, p. 64; </ref> Sono convocate, lo si diceva, dal tribuno della plebe, il quale, a sua volta, è eletto da questa stessa assemblea.
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==''' Modalità di voto comune a tutte le assemblee''' ==
 
I cittadini sono chiamati all’interno della propria unità di riferimento a concedere o a negare il loro assenso alla proposta avanzata con il solo si o no. L’opzione del singolo è computata con quella dei suoi compagni nella tribù e la maggioranza delle posizioni diventava quella dell’intera unità.
 
==''' Note''' ==
<references/>
 
==''' Bibliografia''' ==
 
{{cita libro | M. Pani,| E. Todisco,| Società e istituzioni di Roma antica| Carocci editore|, Bari|, 2008}};