Teatro rinascimentale: differenze tra le versioni
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===La commedia===
{{vedi anche|Lista delle commedie italiane del Rinascimento}}
Uno dei commediografi più rappresentativi del teatro rinascimentale è stato [[Niccolò Machiavelli]]; il ''segretario fiorentino'' aveva scritto una delle commedie più importanti di questo periodo, ''[[La mandragola]]'' ([[1518]]),
[[File:Vittore carpaccio, Ambassadors Return to the English Court 04.jpg|thumb|[[Vittore Carpaccio]], ''Storie di Sant'Orsola'', (part.) ''[[Compagnie della calza|Compagno della Calza]]'']]
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===Firenze===
Fra i primi commediografi molti erano fiorentini, a partire da
===Commedie nelle corti italiane===
Un posto particolare occupano [[Pietro Aretino]], [[Ludovico Ariosto]] e [[Ruzante]], che furono tutti intellettuali al servizio delle corti.
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=== Farsa cavaiola ===
{{vedi anche|Farsa cavaiola|Vincenzo Braca}}
La [[farsa cavaiola]] fu un fortunato [[genere letterario]] [[dialetti meridionali|dialettale]], partecipe dell'«ultima grande stagione del teatro comico cinquecentesco [...] quella fiorita in, e attorno, a [[Napoli]]»<ref name="FrancoFido">{{Cita web|autore=Franco Fido|url=http://www.italica.rai.it/scheda.php?monografia=rinascimento&scheda=rinascimento_saggi_commedia_cinquecento_capitoli_lezion32|titolo=La commedia a Napoli nel tardo Cinquecento: Della Porta|sito=Italica.rai.it|accesso=18 luglio 2014}}</ref>, legato soprattutto al nome di [[Vincenzo Braca]]. Il genere dovette conoscere una notevole fioritura tra la fine del [[XV secolo|XV]] e il [[XVI secolo]], ma di questa cospicua produzione, su un arco di un secolo e mezzo<ref name="E. Malato">
Il genere è incentrato sull'[[archetipo]] [[Farsa (genere teatrale)|farsesco]] del ''cavaiuolo'', ovvero un ignorante e stolto villico [[Cava de' Tirreni|cavese]] (ossia un abitante della città di [[Cava de' Tirreni|Cava]]), immaginato dai cittadini salernitani nella rozzezza del suo dialetto, e nei suoi tratti più grossolani e [[caricatura]]li<ref name="FrancoFido"/>: esempi ne sono la ''Farza de lo Mastro de scola'' e la ''Farza de la Maestra'' di [[Vincenzo Braca]], in cui il carattere del ''cavaiolo'' diviene l'archetipo del tipico «popolano sciocco»<ref name="LettEinaudiDiz">
Tra le farse sopravvissute, le sole che precedono Vincenzo Braca sono il "''Cartello di sfida cavajola''"
La ''Ricevuta dell'Imperatore'' (anonima<ref name="FrancoFido"/>, ma per alcuni<ref name="LettEinaudiDiz"/> ascrivibile al Braca) è la più antica tra le farse cavaiole<ref name="FrancoFido"/>, si riferisce burlescamente all'accoglienza ricevuta a Cava da [[Carlo V]], che vi passò tornando da [[Tunisi]] nel [[1535]]<ref name="FrancoFido"
L'unica edizione teatrale professionale delle farse cavajole in epoca contemporanea è quella prodotta dal Centro studi sul Teatro Medioevale e Rinascimentale, diretto da [[Federico Doglio]], che andò in scena al [[Teatro Valle]] di Roma nel 1986 con l'adattamento e la regia di [[Giuseppe Rocca]].
====La farsa cavaiola nel contesto letterario rinascimentale====
La 'farsa cavaiola' fu uno dei «momenti capitali della storia della farsa nell'[[Rinascimento italiano|Italia rinascimentale]]»<ref name="
===Commedie in dialetto veneto===
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===La svolta della commedia===
La commedia cinquecentesca subì una svolta nel [[1582]], quando a [[Parigi]] venne pubblicato il ''[[Candelaio]]'', di [[Giordano Bruno]] ricco di caratteristiche anomale e trasgressive.<ref>
Il nobile perugino [[Sforza Oddi]] ([[1540]]-[[1611]]) con le sue commedie: ''L'Erofilomachia ovvero il duello d'Amore e d'Amicitia'' ([[1572]]), ''I Morti vivi'' ([[1580]]), e ''La Prigione d'amore'' ([[1580]]), ci offre il panorama della contaminazione fra il teatro tardo cinquecentesco e quello dei professionisti che si sta affermando anche presso le corti italiane e francesi, l'intreccio è così palese che nei suoi testi ci sono già dei personaggi ormai consueti per il pubblico della [[Commedia dell'arte]] come gli [[Zanni]] e i Capitani spacconi.
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[[File:Rosmunda, Giovanni Rucellai.jpg|thumb|left|Frontespizio della ''Rosmunda'' di [[Giovanni di Bernardo Rucellai|Giovanni Rucellai]]]]
Nel Rinascimento anche il teatro tragico trovò un suo spazio; i rappresentanti più importanti della tragedia rinascimentale furono il conte [[Gian Giorgio Trissino]], autore di ''Sofonisba'' ([[1514]]) e [[Giambattista Giraldi Cinzio]] autore, tra le altre, della tragedia ''[[Orbecche]]'' ([[1541]]). Anche [[Torquato Tasso]] compose [[tragedie]] di carattere mitico ed epico-pastorale, genere a metà strada fra la tragedia e la commedia.<ref name="Antonucci33">
Altri frequentatori della tragedia nel Rinascimento furono [[Giovanni di Bernardo Rucellai|Giovanni Rucellai]] che scrisse le due tragedie: ''Rosmunda'' ([[1515]]) e ''Oreste'' e [[Sperone Speroni]], autore della ''[[Canace]]'' ([[1542]]). Oltre che l'eclettico [[Pietro Aretino|Aretino]] che compose una sola tragedia ''Orazia'' ([[1546]]) che è considerata una delle più esemplari del Rinascimento.
===Nobili dilettanti e attori professionisti===
Questi testi teatrali venivano rappresentati da giovani dilettanti, come le [[Compagnie della calza]] dei nobili [[venezia]]ni per i quali lavorarono il Ruzante e l'Aretino, la [[Congrega dei Rozzi]] e l'[[Accademia degli Intronati]] di [[Siena]], per la quale lavorò, fra gli altri, il citato Alessandro Piccolomini o le [[confraternita|Confraternite]] fiorentine come la ''Compagnia del Vangelista'' oppure, sempre a Firenze, compagnie di nobili dilettanti, ad imitazione delle Compagnie della calza veneziane, come quella ''della Cazzuola'' e la ''Compagnia del Paiuolo''. La professionalità dell'attore non era riconosciuta, sebbene la professione esistesse già dal tempo dei [[giocolieri]] di piazza e i [[buffone|buffoni]] di corte, ma si sviluppò, nel tempo con progressi notevoli dal punto di vista dell'arte drammatica e dell'interpretazione del testo, nonché dell'allestimento scenico, spesse volte a carico delle compagnie girovaghe che si affermeranno dalla metà del XVI secolo (la prima testimonianza di una compagnia di attori professionisti è citata in un atto notarile del [[1545]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Ester|cognome= Cocco
===La sacra rappresentazione rinascimentale===
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Anche se diffuso in tutta Europa questo genere si affermò principalmente a [[Firenze]] con la presenza di importanti autori come [[Feo Belcari]] e [[Lorenzo il Magnifico|Lorenzo de' Medici]] nel Quattrocento e con [[Giovanni Maria Cecchi]] nel Cinquecento.
Nonostante ciò la maggioranza delle sacre rappresentazioni rinascimentali rimase in forma anonima come era nella consuetudine medievale. Così rimasero anonimi gli autori (o l'autore) dell'''Ascensione'', recitata nella Chiesa del [[Santa Maria del Carmine (Firenze)|Carmine]] di Firenze e quella dell'''Annunciazione'' nella Chiesa fiorentina di [[San Felice in Piazza]] allestite per il [[Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze|Concilio di Firenze]] ([[1438]]-[[1439]]) e apparate da [[Filippo Brunelleschi]] nella sua inconsueta veste di scenografo<ref>
Queste rappresentazioni erano scritte per le Confraternite fiorentine dei giovani, la più celebre fu la ''Rappresentazione dei Santi Giovanni e Paolo'' scritta dal [[Lorenzo il Magnifico|Magnifico]] nel [[1491]] per l'entrata del figlio [[Piero il Fatuo|Piero]] nella Compagnia del Vangelista e recitata nel cortile del Convento della Trinità Vecchia o [[Convento di San Giusto alle mura]], diventato in seguito [[Teatro di Via dell'Acqua]].
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===Il mimo===
Se da una parte la nascita della commedia rinascimentale permise lo svilupparsi di una forma autonoma di prosa teatrale, dall'altra la tradizione dei [[giullare|giullari]] e dei [[guitto|guitti]] non andò perduta, permettendone la perpetrazione grazie ai buffoni di corte e ai [[mimo|mimi]]. I loro lavori non si ispiravano in alcun modo alla tradizione latina, distaccandosi così dalle forme di spettacolo coeve e presentando moduli che in parte confluiranno nella [[Commedia dell'Arte]]. È tuttavia errato considerare le buffonate e le burlesche come il contraltare della [[letteratura teatrale]] colta: i temi dei giullari e dei mimi del [[XV secolo|Quattrocento]] sono gli stessi dei loro antenati, incastrati in una [[sceneggiatura]] modesta e breve, nella quale i temi della città si confrontano con quelli del villano, che diviene punto di riferimento della burla e del beffeggio<ref>{{Cita libro|wkautore=Mario Apollonio
===Il teatro ebraico a Mantova===
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[[File:The Swan cropped.png|thumb|left|Lo Swan Theatre di Londra del 1596]]
Nel periodo che va dalla fine del [[XV secolo]] alla metà di quello successivo, coincidente con lo sviluppo del [[Rinascimento inglese]], ebbero vasta risonanza gli [[interludio|interludi]], forme drammatiche di intrattenimento agite alle corti dei nobili di derivazione dalle [[morality play|moralities]] ma di argomento non religioso: al contrario delle moralità classiche, il [[ruolo (teatro)|ruolo]] del protagonista era del signore che ospitava lo spettacolo, e che lo vedeva non alla ricerca della salvezza eterna dell'anima, bensì della felicità terrena, discostandosi così enormemente dalle finalità del teatro religioso.<ref>{{
La presentazione scenica degli interludi era caratterizzata dal [[dialogo]] di più attori con un accompagnamento musicale composto sovente da piffero e tamburino<ref>{{Cita libro|nome=Joseph|cognome= Macleod
Gli interludi, per il loro carattere politicizzato e colto, erano indirizzati ad un pubblico ben preciso: sullo stesso stile, ma di argomento comico e leggero, si inserivano le [[farsa (teatro)|farse]], rappresentate nelle piazze per il popolo.<ref>{{
Di derivazione medievale fu il [[masque (teatro)|masque]]<ref>{{
==Teatro rinascimentale iberico==
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==Bibliografia==
*{{Cita libro|wkautore=Mario Apollonio|nome=Mario|cognome=Apollonio|titolo=Storia del teatro italiano|editore=BUR|città=Milano|anno=2003|
*{{cita libro|wkautore=Mario Baratto|nome=Mario|cognome=Baratto|titolo=La commedia del Cinquecento|città=Vicenza|editore=Neri Pozza|anno=1977|
*{{cita libro|titolo=Commedie del Cinquecento|curatore=Nino Borsellino|città=Milano|editore=Feltrinelli|anno=1962-67|sbn=IT\ICCU\SBL\0041744}}
*{{cita libro|nome=Fabrizio|cognome=Cruciani|titolo=Il teatro del Campidoglio e le feste romane del 1513|città=Milano|editore= Il Polifilo|anno= 1969|sbn=IT\ICCU\RAV\0051180}}
*{{Cita libro|wkautore=Giulio Ferroni|nome=Giulio|cognome=Ferroni|titolo=Il testo e la scena. Saggi sul teatro del Cinquecento|città=Roma|editore= Bulzoni|anno= 1980|
*{{Cita libro|wkautore=Giulio Ferroni|nome=Giulio|cognome=Ferroni|titolo=
*{{Cita libro|titolo=La commedia del Cinquecento|curatore=Guido Davico Bonino|città= Torino|editore= Einaudi|anno= 1977-78|sbn=IT\ICCU\LO1\0070137}}
*{{Cita libro|wkautore=Ludovico Zorzi|nome=Ludovico|cognome=Zorzi|titolo=Il teatro e la città|editore= Einaudi|città= Torino|anno= 1977|sbn=IT\ICCU\UFI\0251618}}
*{{Cita libro|wkautore=Ludovico Zorzi|nome=Ludovico|cognome=Zorzi|titolo=Carpaccio e la rappresentazione di Sant'Orsola. Ricerche sulla visualità dello spettacolo nel Quattrocento|città=Torino|editore= Einaudi|anno= 1988|
*{{Cita libro|wkautore=Ludovico Zorzi|nome=Ludovico|cognome=Zorzi|nome2=Giuliano|cognome2=Innamorati|nome3=Siro|cognome3=Ferrone|titolo=Il teatro del Cinquecento|città=Firenze|editore= Sansoni|anno= 1982|sbn=IT\ICCU\UFI\0090234}}
*{{Cita libro|nome=Sara|cognome= Mamone|titolo=Il teatro nella Firenze medicea|città= Milano|editore= Mursia|anno= 1981|sbn=IT\ICCU\LO1\0065625}}
*{{Cita libro|wkautore=Franco Ruffini|nome=Franco|cognome=Ruffini|titolo=Commedia e festa nel Rinascimento. La "Calandria" alla corte di Urbino|città=Bologna|editore=Il Mulino|anno= 1986|
*{{Cita libro|wkautore=Diego Valeri|nome=Diego|cognome=Valeri|capitolo=Caratteri e valori del teatro comico|titolo=La civiltà veneziana del Rinascimento|città=Firenze|editore= Sansoni|anno=1958|sbn=IT\ICCU\NAP\0371405}}
*{{Cita libro|nome=Leone|cognome= de' Sommi|titolo=Quattro Dialoghi in materia di rappresentazioni sceniche|curatore=Ferruccio Marotti|editore=Il Polifilo|città=Milano|anno=1968|sbn=IT\ICCU\SBL\0099302}}
*{{Cita libro|titolo=Sacre rappresentazioni fiorentine del Quattrocento|curatore=Giovanni Ponte|città=Milano|editore= Marzorati|anno= 1974|sbn=IT\ICCU\SBL\0573075}}
*{{Cita libro|nome=Nino|cognome= Pirrotta|titolo=Li due Orfei. Da Poliziano a Monteverdi|città= Torino|editore= Einaudi|anno= 1975|sbn=IT\ICCU\SBL\0575324}}
*{{Cita libro|nome=Marzia|cognome= Pieri|titolo=La nascita del teatro moderno in Italia tra XV e XVI secolo|città= Torino|editore= Bollati Boringhieri|anno= 1989|
*{{Cita libro|wkautore=Giorgio Padoan|nome=Giorgio|cognome=Padoan|titolo=La Commedia rinascimentale veneta (1433-1565)|città= Vicenza|editore= Neri Pozza|anno= 1982|sbn=IT\ICCU\LO1\0063533}}
*{{Cita libro|nome=Maria Teresa|cognome=Muraro|capitolo=La festa a Venezia e le sue manifestazioni rappresentative: le Compagnie della Calza e le Momarie|titolo=Storia della cultura veneta|città=Vicenza|editore= Neri Pozza|anno= 1981}}
*{{Cita libro|nome=Cesare|cognome= Molinari|titolo=Spettacoli fiorentini del Quattrocento. Contributi allo studio delle Sacre Rappresentazioni|città= Venezia|editore= Neri Pozza|anno= 1961|sbn=IT\ICCU\SBL\0525654}}
==Voci correlate==
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==Collegamenti esterni==
*{{Cita web|autore=Franco Fido
{{Rinascimento}}
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