Ruvo di Puglia: differenze tra le versioni

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===Lingue e dialetti===
Il dialetto ruvestino si differenzia dal resto della [[provincia di Bari]], per la ruvidità del suono<ref name=feniciapag63>{{Cita|Fenicia|p. 63|Fenicia}}.</ref>. Esso infatti, oltre alle comuni regole del [[dialetto barese]], come la "e" semimuta e la tendenza a sfumare le [[vocali]] finali, presenta delle variazioni fonetiche nel passaggio dall'[[lingua italiana|italiano]] al ruvestino: la "a" tende a trasformarsi in "o" (esempio: "casa" diventa "''kose''"), la "e" si tramuta in "ai" o "ei" (es.: "''sàire''" per "sera") e la "o" muta in "au", "iu", "u" o "uo" (ad esempio "ora" diventa "''àure''", "padrone" muta in "''patrìune''" o "dolce" diventa "''dùolece''"). Inoltre il dialetto ruvestino ha subito l'influenza della varie lingue che hanno abitato Ruvo<ref name=feniciapag63/>, si ricordano infatti termini provenienti dalla lingua indigena come "''làmije''" (ovvero la [[lama (geologia)|lama]], tipico solco che caratterizza la [[Terra di Bari (geografia)|Terra di Bari]]), dal [[lingua greca antica|greco antico]] "''cucue''" (da "κυκλος", ovvero il [[cerchio]]), dalla [[lingua latina]] "''osce''", "''crè''" e "''pescrè''" ("hodie", "cras" e "postcras" che significano "oggi", "domani" e "dopodomani"), dallo [[lingua spagnola|spagnolo]] proviene il termine "''scarcièdde''" (ovvero [[scarcella]] da "escarceras"), dal [[lingua francese|francese]] derivano i lemmi "''toliètte''" (da "toilette", ovvero la specchiera) e "''travagghiàun''" (indica il [[pipistrello]] da "travailleur", poiché esso tende a muoversi di continuo) e la [[locuzione]] "''mo va venì''" (da "il va venir" che significa "a momenti verrà". Questa soluzione proposta da Massone nella sua Monografia è, però, da rivedere: invece che "mo va venì" sarebbe più opportuno trascrivere la locuzione con "mo ove a venì" che può essere tradotto letteralmente con "ora ha da venire" con valore di indicativo futuro data l'assenza nei dialetti baresi del tempo indicativo futuro soppiantato dal costrutto con il verbo "dovere", reso in dialetto con "avere da")<ref>{{Cita|Bucci|p. 30|Massone}}.</ref> e dall'[[lingua araba|arabo]] provengono "''zaraff''" (lo zingaro venditore di [[cavallo|cavalli]]) e "''tavìute''" (la bara)<ref>{{cita web|url=http://www.youtube.com/watch?v=VmiVXgoSOU0&feature=relmfu|titolo=Ruvo di Puglia - Storia e dialetto|data=2010}}</ref>.
 
===Religione===