Pittura su tavola: differenze tra le versioni

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===Strato preparatorio e imprimitura===
Lo strato preparatorio era cosí costituito da un impasto di colla animale unita ad una carica inerte costituita in Italia, da gesso (solfato di calcio) oppure, in Fiandra, dal bianco di calce o creta bianca (carbonato di calcio), applicato a caldo con il pennello fino ad otto volte per ottenere una superficie uniforme e lisciata. Durante il XV secolo, in area fiamminga, si procede ad impermeabilizzare il sostrato bianco, applicando una pellicola di olio essiccante, traslucida e incolore o leggermente pigmentata, detta ''imprimitura''. Il procedimento è adottato in Italia a partire dalla seconda metà del secolo, la tecnica essendo già menzionata nel ''Trattato di architettura'' del [[Filarete]]. Oltre ad isolare lo strato preparatorio, impermeabilizzandolo e riducendone pertanto la porosità, l'imprimitura consente anche di facilitare l'applicazione dello strato pittorico rendendo più scorrevole la pennellata. L'imprimitura svolge anche un importante ruolo ottico accentuando il contrasto cromatico del dipinto. Questo effetto è realizzato principalmente attraverso l'imprimitura bianca che essendo altamente riflettente accentua l'intensità luminosa dello strato pittorico sovrapposto <ref>L'imprimitura di biacca dei pittori italiani aveva lo scopo di isolare la preparazione; l'applicazione del colore sull apreparazione a gesso, piuttosto assorbente, poteva presentare qualche difficoltà e occorreva evitare che il gesso assorbisse olio dagli strati di colore sovrastante perché, come ricorda Cennino (cap. CLXXV): ''l'olio corrompe il gesso e due tempere''. Ma soprattutto consentiva di ottenere un preciso effetto ottico, ottenere cioè che la luce penetrata attraverso gli strati di colore, molto sottili, si riflettesse sullo strato di biacca molto coprente,perfettamnete bianco e inalterabile" (Raffaella Rossi Manaresi; Antonella Tucci, "La tecnica di esecuzione dei dipinti "veneziani" di Bosch e le successive ridipinture", in: Caterina Limentani Virdis (a cura di), ''Le delizie dell'inferno. Dipinti di Jheronimus Bosch e altri fiamminghi restaurati''. (catalogo della mostra di Venezia, Palazzo Ducale maggio-agosto 1992), Venezia, il Cardo, 1992, pag. 185)</ref>.
 
===Doratura===