Basso (voce): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 3:
Nel canto, il termine '''basso''' designa sia la più grave tra le voci maschili, sia il [[cantante]] che la possiede, sia il suo registro peculiare.
 
La voce di un basso tipico si estende dal [[Fa (nota)|Fa]] grave al Fa acuto (Fa<sub>1</sub> - Fa<sub>3</sub>). È tipico di tutte le tipologie di voci di basso estendersi con grande diversità di soggetto in soggetto nei gravi (dall'indispensabile ''Fa grave'' fino al ''Do grave''), mentre spesso mantengono sempre lo stesso valore verso gli acuti (dal ''Fa acuto'', talvolta uno o /due semitoni in più).
 
== Tipologie di basso ==
Riga 25:
In ambito operistico, la nota più grave richiesta è il Re grave di Osmino, nel ''[[Il ratto dal serraglio|Ratto dal serraglio]]'' di [[Mozart]], ma sono pochi i ruoli che scendono sotto il Fa grave. Sebbene la nota di Osmino, emessa due volte nell'aria principale del personaggio, sia la più grave richiesta, vengono udite note di profondità maggiore o uguale, opzionali o tradizionali: per esempio, nella stessa opera, è usanza (effettuata assai raramente) aggiungere un Do grave nel duetto ''Ich gehe doch rathe ich dir'' oppure, nel repertorio italiano, abbassare di un'ottava la nota con cui termina l'aria di [[Nabucco|Zaccaria]] ''D'Egitto là, su i lidi'' intonando un tenuto Do grave. Per quanto riguarda le note scritte e non opzionali, esistono diversi Mi bemolle ([[La serva padrona|Uberto]], [[Viaggio a Reims|Don Profondo]] e alcuni altri) e Mi gravi. Tra questi ultimi, è celebre il rotondo Mi grave intonato dal Grande Inquisitore nel ''[[Don Carlos (opera)|Don Carlo]]'' di [[Giuseppe Verdi|Verdi]]: nota in teoria opzionale, ma che non viene quasi mai evitata, essendo fondamentalmente la nota che musicalmente dà spessore all'inquietante personaggio. [[Giuseppe Verdi|Verdi]] richiede in maniera non opzionale la stessa nota (scritta come Fa bemolle) nel suo [[Otello (Verdi)|Otello]] per il ruolo di Lodovico: ma, a differenza del Mi dell'Inquisitore, viene intonata durante un concertato ed è quindi molto meno in evidenza.
 
Se consideriamo la musica operistica rinascimentale e barocca, occorre citare i ruoli di basso composti da Claudio Monteverdi. Ne ''[[L'Orfeo]]'' (1607), il personaggio di Caronte richiede una voce tale da poter toccare il Re grave. Ne ''[[Il ritorno di Ulisse in patria]]'' (1640), assegna al personaggio di Nettuno il Do grave, mentre ne ''[[L'incoronazione di Poppea]]'' (1642) il personaggio di Seneca - nella scena della morte - tocca un dolente Re grave.
 
Per quanto riguarda la musica classica non operistica è invece da citare la versione per soli, coro e orchestra della ''Musica instrumentale sopra le 7 ultime parole del nostro Redentore in croce'' di [[Franz Joseph Haydn]]: alla fine della settima delle sonate che la compongono, il basso solista conclude intonando lentamente ed in tono cupo e funebre le parole "meinem Geist" sul Mi bemolle grave (Mib<sub>1</sub>).
 
Nell'estremo acuto, la voce del basso oscilla tra il Fa<sub>3</sub> e il Sol<sub>3</sub>. Pochi ruoli richiedono al basso di toccare quest'ultima nota, un acuto tipico della voce baritonale, fra cui [[Il viaggio a Reims|Don Profondo]], [[L'Italiana in Algeri|Mustafà]] e [[Faust (opera)|Méphistophélès]]. Sono molto più numerosi i ruoli che richiedono l'emissione del Fa diesis ([[Il barbiere di Siviglia (Rossini)|Don Basilio]], [[Don Carlo|Filippo II]], [[Nabucco|Zaccaria]], [[Rigoletto|Sparafucile]], [[La Cenerentola|Don Magnifico]], [[Roberto il diavolo|Bertran]] e molti altri).