Gino Lucetti: differenze tra le versioni

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Durante la [[prima guerra mondiale]] fu chiamato alle armi, nel [[1918]], e prestò servizio militare nei Reparti d'assalto, senza però partecipare ad alcun fatto d'arme, vista la quasi immediata fine delle ostilità. Dopo la guerra, come accadde ad una parte degli [[Arditi]] d'[[Italia]], che poi furono il nucleo fondatore degli [[Arditi del Popolo]], maturò una coscienza politica che lo portò ad opporsi al [[fascismo]], aggregandosi agli [[Anarco-individualismo|anarchici individualisti]].
 
Protagonista di vari scontri e risse di natura politica durante il [[Biennio rosso in Italia|Biennio rosso]], continuò la sua opposizione ai fascisti locali anche negli anni successivi e, il 26 settembre [[1925]], al culmine di un diverbio estrasse la pistola e ferì il militante fascista e concittadino Alessandro Perfetti. Il compagno di quest'ultimo, Antonio Vatteroni, sparò a sua volta, ferendo Lucetti al collo e all'orecchio, mentre fuggiva. Nonostante la ferita, riusciriuscì a dileguarsi e imbarcarsi clandestinamente su un mercantile, riparando a [[Marsiglia]]. Rimpatriò sotto il falso nome di Ermete Giovannini, con il proposito di attentare alla vita di [[Benito Mussolini|Mussolini]], seguendo un piano che affermò di aver elaborato da solo.<ref>Marco Cesarini Sforza, ''Gli attentati a Mussolini, Per pochi centimetri fu sempre salvo'', in La storia illustrata n°8 Anno 1965, pag. 242: "Emigrò a Marsiglia e qui, da solo, senza farne parola a nessuno, elaborò il suo progetto."</ref>
 
===L'attentato===