Yeghishe Charents: differenze tra le versioni

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Charents era nato Yeghishe Abgari Soghomonyan a [[Kars]] (Armenia Orientale, allora una parte dell'[[Impero Russo]]) nel [[1897]], in una famiglia dedita al commercio di [[tappeti]]. I suoi genitori provenivano dalla [[diaspora armena]] di [[:en:Maku,_Iran|Maku]], in [[Persia]]. Frequentò dapprima una scuola elementare armena, per poi trasferirsi in una scuola secondaria russa di Kars, tra il 1908 ed il 1912<ref name="SAE">&nbsp;(Armenian)&nbsp;Aghababyan, S.&nbsp;''«Չարենց, Եղիշե Աբգարի»''&nbsp;(Charents, Yeghishe Abgari).Soviet Armenian Encyclopedia. vol. viii. Yerevan, Armenian SSR:&nbsp;Armenian Academy of Sciences, 1982, pp. 670-672.
</ref> Da subito dimostrò una forte passione per la lettura, e già nel 1912 pubblicò la sua prima poesia, nel periodico armeno "Patani", a [[Tblisi]].<ref>{{Cita libro|cognome=Hacikyan|nome=Agop J.|autore2=Gabriel Basmajian |autore3=Edward S. Franchuk |titolo=The Heritage of Armenian Literature, Vol. 3: From The Eighteenth Century To Modern Times, vol. 3|editore=Wayne State University Press|città=Detroit|anno=2005|isbn=0-8143-3221-8|p=959}}</ref> Al sopraggiungere degli sconvolgimenti della [[Prima Guerra Mondiale]] e del [[Genocidio Armeno]] nell'[[Impero Ottomano]], si arruolò volontario nella resistenza armena nel [[1915]] e combatté sul fronte caucasico.
 
=== Evoluzione politica e letteraria ===
Distaccato a [[:en:Van,_Turkey|Van]] nel [[1915]], Charents fu testimone diretto dello sterminio della popolazione armena ad opera delle truppe ottomane, il che gli lasciò ricordi indelebili che sarebbero successivamente riemersi nelle sue composizioni.<ref name="SAE"/> Lasciò il fronte l'anno dopo e si trasferì a Mosca dove si iscrisse all'[[:en:Russian_State_University_for_the_Humanities|Università Popolare Shanyavski per le Scienze Umane]]. Le profonde cicatrici lasciate in lui dagli orrori della guerra e del genocidio lo spinsero a diventare un fervente sostenitore dei [[Bolscevichi]], che egli vedeva come l'unica vera speranza di salvezza per l'Armenia.<ref name="SAE"/><ref name=ArnavPt2>Arnavoudian, Eddie. "[http://groong.usc.edu/tcc/tcc-20050711.html Yeghishe Charents: Poet of Life as Permanent Revolution, Pt. 2]." The Critical Corner. July 11, 2005. Retrieved September 15, 2008.</ref><ref>Hacikyan et al. ''Heritage of Armenian Literature'', p. 959.</ref>
 
Charents si unì all'[[Armata Rossa]] e combatté durante la [[Guerra Civile Russa]] come [[soldato semplice]], in [[Russia]] (a [[Tsaritsyn]]) e nel [[Caucaso]]. Tornò in Armenia nel [[1919]] per prendere parte alle attività rivoluzionarie in corso in patria.<ref name="SAE"/> Un anno più tardi cominciò la sua collaborazione al Ministero dell'Istruzione della neonata [[Repubblica Sovietica d'Armenia]], in qualità di direttore del Dipartimento delle Arti. Egli avrebbe di nuovo preso le armi, questa volta contro i suoi compatrioti armeni, quando scoppiò una rivolta antisovietica nel febbraio del [[1921]]<ref name="SAE" />. Nel 1921 tornò a Mosca per studiare all'Istituto di Letteratura ed Arte fondato da Valeri Bryusov. In un manifesto pubblicato nel giugno [[1922]], noto come la "Dichiarazione dei Tre", firmata da Charents, Gevorg Abov e Azadi Veshtuni, i giovani autori esprimevano il loro sostegno all'"internazionalismo proletario". Negli stessi anni compose una delle sue poesie più famose, ''Amo il sapore d'Armenia, dolce di sole,'' ed inoltre "''Amenapoem" (Il poema di tutti)'', e "''Charents-nameh", '' un poema autobiografico<ref>Historical Dictionary of Armenia, by Rouben Paul Adalian, 2010, p. 239</ref>. Pubblicò in seguito il suo [[romanzo satirico]] ''"Yerkir Nairi"'' (Terra di [[Nairi]]), che ebbe un grande successo e fu ripubblicato in russo a Mosca. Nell'agosto [[1934]] [[Maxim Gorky]] lo presentò ai delegati del Primo Congresso degli Scrittori Sovietici come campione della nuova letteratura armena. La prima parte di ''Yerkir Nairi'' descriveva personaggi pubblici e luoghi di [[Kars]], ed era un'introduzione alla scena pubblica armena. Secondo Charents, la sua Terra di Nairi rimane invisibile, ''"è un miracolo incomprensibile: un terribile segreto, uno stupore che stupisce"''<ref>Public Spheres After Socialism, by Angela Harutyunyan, Kathrin Hörschelmann, Malcolm Miles, 2009, p. 65-66</ref>. Nella seconda parte del romanzo, [[Kars]] ed i suoi governanti sono rappresentati durante la [[Prima guerra mondiale|Guerra Mondiale]], mentre nella terza si narra della caduta della città e della distruzione del sogno.
 
Nel [[1924]] e [[1925]] Charents fece un viaggio di sette mesi all'estero, visitando la Turchia, l'Italia (dove incontrò la sua seconda moglie [[Avetik Isahakyan]]), la Francia e la Germania. Al suo ritorno, fondò un'unione di scrittori, ''Novembre,'' e lavorò per la casa editrice dello stato dal [[1925]] al [[1928]].
 
Del [[1930]] è il libro ''Alba Epica,'' comprendente poesie scritte negli anni [[1927]]-[[1930]], dedicato alla prima moglie Arpenik<ref name="autogenerated267">Charents. Land of fire: selected poems; ed. by Diana Der Hovanessian, Marzbed Margossian, Ardis 1986 - p. 267</ref>.
 
La sua ultima raccolta di poesie, ''il Libro della Via,'' fu stampato nel [[1933]], ma la sua distribuzione fu ritardata dal governo sovietico fino all'anno seguente, quando fu ripubblicato con alcune modifiche. In quest'opera Charents fa un panorama della storia armena e la passa in rassegna punto per punto. Lo scrittore armeno-statunitense [[William Saroyan]] lo incontrò nel 1934 durante una visita a Mosca, e lo descriverà in seguito come una persona cortese e brillante, ma disperatamente triste.
 
Charents curò inoltre la traduzione in armeno di diverse opere straniere, tra cui [[l'Internazionale]].
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=== Gli ultimi anni e la fine ===
[[File:Yerevan Y Charents monument.jpg|thumb|Monumento a Charents, nel Parco Oghakadzev a [[Yerevan]]|303x303px]]
Eccetto pochi articoli di giornale, Charents non pubblicò più nulla a partire dal [[1934]]. Nel luglio [[1936]], quando fu assassinato il leader sovietico armeno [[:en:Aghasi_Khanjian|Aghasi Khanjian]], Charents scrisse una serie di sette sonetti. drammatici e premonitori. Alla morte del grande musicista armeno Komitas, scrisse una delle sue poesie più importanti, ''Requiem Aeternam in Memoria di Komitas'' ([[1936]]).
 
L'attrice Arus Voskanyan riferì della sua ultima visita a Charents: ''"Appariva fragile, ma con nobiltà. Prese un po' di morfina e poi lesse qualche brano di Requiem. Quando mi chinai a baciargli la mano rimase di stucco"''<ref name="autogenerated267" />. La sua dipendenza dalla morfina era un effetto della pesante campagna denigratoria nei suoi confronti, e del fatto che soffriva di forti dolori a causa di un [[calcolo renale]]. L'ago ipodermico da lui usato è ora esposto nella sua [http://www.armeniapedia.org/wiki/Yeghishe_Charents_House-Museum Casa-Museo] a Yerevan.
 
Divenuto bersaglio dello stalinismo, venne accusato di "attività controrivoluzionarie e nazionalistiche" ed imprigionato durante le [[Grande purga|Grandi Purghe]] del 1937.

{{quote|''Quei lumi che un tempo io dentro m'accesi / per tenere lontano il terrore, oggi ancora mi danno / un minuscolo raggio di speme / una piccola luce d'orgoglio.| Frammento, 1937}}
Morì nell'ospedale del carcere, o forse fu giustiziato in un campo poco fuori città. Tutti i suoi libri furono proibiti. La giovane amica [[:en:Regina_Ghazaryan|Regina Ghazarian]] seppellì e in questo modo mise in salvo molti dei manoscritti del Poeta. Dopo la morte di [[Stalin]], Charents venne riabilitato nel [[1954]].
 
=== Vita privata ===
La sua prima moglie si chiamava Arpenik Ter-Astvadzatryan, morta nel [[1927]]. Nel [[1931]] Charents sposò Isabella Kodabashyan, dalla quale ebbe le due figlie Arpenik e Anahit (n. [[1935]]).
 
== Eredità culturale ==
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Le sue opere furono tradotte in varie lingue, da [[Valeri Bryusov]], [[Anna Akhmatova]], [[Boris Pasternak]], [[Arseny Tarkovsky]], [[Louis Aragon]], Marzbed Margossian, Diana Der Hovanessian, [[Samvel Mkrtchyan]] ed altri.
 
La sua casa al n. 17 del Viale [[Mashtots]] a [[Yerevan]] è stata trasformata in [http://www.armeniapedia.org/wiki/Yeghishe_Charents_House-Museum Museo] nel [[1975]]. La città armena di Lusavan fu ribattezzata in suo onore [[Charentsavan]] nel [[1967]].
 
Un francobollo commemorativo da 40 copechi è stato emesso dopo la riabilitazione di Charents dalle poste dell'[[Unione Sovietica]], nel [[1958]]. Un secondo francobollo da 150 [[dram]] armeni, come anche una moneta commemorativa da 100 dram sono stati emessi dalla [[Armenia|Repubblica di Armenia]] nel [[1997]]. L'attuale [http://ybnotes.com/gallery/Asia/Armenia/13190.html banconota da 1000 dram] raffigura un ritratto del Poeta e la famosa citazione da una sua poesia, "Ես իմ անուշ Հայաստանի արեւահամ բարն եմ սիրում" ''(Amo il sapore d'Armenia, dolce di sole).''
 
== Opere critiche su Y. Charents ==
La prima monografia su Charents fu pubblicata da Simon Hakobyan (1888-1937) a Vienna nel [[1924]]. Tra gli altri studiosi della poesia di Charents in quegli anni si annoverano Paolo Makintsyan, Harutyun Surkhatyan, Tigran Hakhumyan. In seguito alle purghe staliniane gli studi su Charents furono banditi per 17 anni. Nel [[1954]] N. Dabaghyan (che precedentemente, negli anni '30, aveva attaccato Charents) pubblicò la monografia critica ''Yeghishe Charents.'' Ricerche su Charents sono state inoltre pubblicate da Hakob Salakhyan, [[Suren Aghababyan]], Garnik Ananyan, Almast Zakaryan, Anahit Charents, David Gasparyan ed altri.
 
L'opera di [[Krikor Beledian]] ''Haykakan futurizm'' (Futurismo Armeno, [[2009]]) comprende Charents, nel quadro degli studi sullo sviluppo del [[Futurismo]] nei tre maggiori centri della cultura armena: [[Costantinopoli]] tra il 1910 e il 1914; [[Tblisi]] dal 1914 al 1923; e [[Yerevan]] dal [[1922]] al [[1924]]. Un capitolo di ''Writers of Disaster: Armenian Literature in the Twentieth Century,'' di [[Marc Nichanian]], tratta del tema del lamento nella poesia di Charents.
 
== Opere di Y. Charents ==