Socii e foederati: differenze tra le versioni

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==== L'età di Ezio ====
L'instabilità politica nell'Impero d'Occidente susseguitasi in seguito al decesso del valido generale (e poi imperatore d'Occidente insieme ad Onorio nel 421, anche se regnò solo per circa sette mesi) [[Costanzo III|Costanzo]] portò a un deterioramento ulteriore della situazione. In un primo momento, nel 421/422, i litigi tra [[Flavio Onorio|Onorio]] e la sorella [[Galla Placidia]] portarono a frequenti tumulti a Ravenna e culminarono con l'esilio di Galla a [[Costantinopoli]] (422). Successivamente, spentosi Onorio, l'usurpazione di [[Giovanni Primicerio]] indusse l'Impero d'Oriente a inviare una spedizione in Italia per restaurare sul trono d'Occidente la [[dinastia teodosiana]]: sconfitto l'usurpatore, fu innalzato sul trono d'Occidente, [[Valentiniano III]], figlio di Galla Placidia e di Costanzo. Infine, le guerre civili tra i tre generali [[Flavio Felice|Felice]], [[Bonifacio (comes)|Bonifacio]] e [[Ezio]] portarono a ulteriore instabilità politica. Alla fine fu Ezio ad avere la meglio: fatto giustiziare Felice con l'accusa di cospirazione nel 430 e ucciso in [[Battaglia di Ravenna (432)|battaglia nei pressi di Ravenna]] Bonifacio nel 432, Ezio riuscì nel 433 a conquistare il potere supremo dello stato, ricoperto solo nominalmente dall'imbelle Valentiniano III.
 
Mentre parte dell'[[esercito romano]] era impegnato in evitabili [[guerre civili (storia romana)|guerre civili]], i Barbari, ''foederati'' compresi, colsero l'occasione per espandere la propria sfera d'influenza.<ref>Heather, p. 322.</ref> In particolare i [[Vandali]] e gli [[Alani]], uniti sotto la guida del loro re [[Genserico]], [[Conquista vandalica del Nord Africa|invasero l'Africa]], forse chiamati dal generale romano d'Africa Bonifacio, rivoltatosi contro Ravenna (429). Bonifacio si pentì di aver chiamato in Africa i Vandali e gli Alani e tentò di spingerli al ritiro, ma gli invasori si rifiutarono e sconfissero Bonifacio in battaglia, costringendo l'Impero a firmare un trattato di pace nel 435, con cui ai Vandali e agli Alani furono assegnate parte della Mauritania e della Numidia, probabilmente in qualità di ''foederati'' dell'Impero; già nel 439, tuttavia, Genserico violò il trattato, conquistando Cartagine nel 439 e invadendo la Sicilia nel 440. L'Impero d'Occidente, non potendo contare sull'aiuto della parte orientale impegnata a respingere le incursioni degli [[Unni]] di [[Attila]], fu costretto a firmare uno svantaggioso trattato di pace con i Vandali nel 442: con questo trattato l'Impero ottenne le Mauritanie e una parte della Numidia, oltre alla Tripolitania, ma le province restituite erano state così devastate dai saccheggi nemici, che Valentiniano III fu costretto a ridurre a un ottavo della quota normale le tasse che quelle province erano tenute a versare allo stato; in cambio i Vandali ottennero dall'Impero le province più produttive dell'Africa, ovvero il resto della Numidia, la Byzacena e la Proconsolare con la capitale Cartagine, e non più in qualità di ''foederati'', ma come stato sovrano. La perdita delle province più produttive dell'Africa e del loro gettito fiscale provocò un ulteriore indebolimento dell'esercito: nel 444 un decreto imperiale ammetteva che le finanze dello stato, andate in forte crisi in seguito alla perdita del gettito fiscale dell'Africa, non erano più sufficienti per potenziare l'esercito, malgrado fosse necessario farlo a causa dei diversi nemici che lo minacciavano.<ref>Heather, pp. 362-363.</ref> Alla difficoltà già presente di reclutare soldati tra i Romani, dovuta alle opposizioni dei proprietari terrieri a fornire soldati e dei contadini stessi, si aggiunse quindi il crollo del gettito fiscale, con conseguente impossibilità di potenziare un esercito già debole, per cui i Romani dovettero ricorrere sempre più spesso all'arruolamento di mercenari barbari.