Giovan Carlo Tramontano: differenze tra le versioni

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DiFiglio umilidel originiricco sibanchiere feceOttaviano, notareottenne anel corte1488 riuscendo ad ottenere il ruolol'ufficio di "mastro regiodi della [[Zeccazecca di Napoli|zecca napoletana]]"e l'Aquila e partecipandofu almembro del [[Parlamento partenopeo]], finoisituzione adaperta alloraevidentemente riservatoai allapiù [[nobiltà]] ed al [[clero]]facoltosi.
 
Entrò quindiFu nelle grazie deldi retutti i sovrani aragonesi, a partire da Don Ferrante sino all'epilogo verificatosi sotto [[Ferdinando IIil Cattolico. Durante il regno di Napoli|Ferdinando II]], detto Ferrandino, al quale richiese il governo di [[Matera]], città del Regno che non era soggetta ad alcun vincolo feudale. Il sovrano subordinò la concessione del titolo di [[conti di Matera|conte di Matera]] all'accordo dei materani stessi. La decisione inizialmente negativa venne ribaltata da Tramontano tramite azioni corruttive e promesse, e il titolo venne ottenuto nel [[1496]].
 
Nei combattimenti contro i francesi di [[Carlo VIII di Francia]] e fu preso prigioniero e perse il titolo. Ritornato a Napoli cercò''de diplano entrare''fu riconsiderato nelle grazie del sovrano spagnolodi [[Ferdinando II d'Aragona]] etanto che durante un corteo, nelle strade di Napoli, fece erigere archi di trionfo nelle strade adiacenti. eFece fecealtresì recapitare una collana di perle alla regina Isabella, moglie di Ferdinando il Cattolico. Riuscì quindi a farsi concedere dal [[Viceré di Napoli|viceré]] nuovamente il titolo di conte di Matera e il governo della città.
 
A causa dei numerosi debiti contratti, sottopose Matera ad una pesante tassazione, chela quale portò al suo assassinio da parte di un complotto di cittadini materani il 29 dicembre [[1514]]. La città fu punita con diverse multe, che a loro volta provocarono nuove rivolte, finché non ottenne l'indulto.
 
==Voci correlate==