Repubblica Napoletana (1799): differenze tra le versioni

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Il giudizio sui primi due è senza appello: {{Citazione|a re Ferdinando si è fatto forse troppo onore chiamandolo un tiranno. […] Egli pensava alla caccia, alle femmine e alla buona tavola; e purché gli lasciassero fare le dette cose, era pronto a intimare la guerra, a fuggire, a promettere, a spergiurare, a perdonare e ad uccidere, spesso ridendo allo spettacolo bizzarro.}}
La regina Maria Carolina è giudicata {{Citazione|una donna che, oltre le scorrettezze e turpitudini della vita privata, è stata colta in una serie di menzogne flagranti e di violazioni di impegni solenni presi sull'onore e sulla fede. […] Spirito torbido, non ebbe né elevatezza mentale, né accorgimenti e prudenza; fece di continuo il danno suo e di tutti.}}
Per l'ammiraglio inglese c'è l'attenuante (se tale si può considerare) che {{Citazione|l'odio dell'inglese, contro i francesi e i loro partigiani, lo accecasse e lo spingesse ad atti selvaggi e sleali [...] e anche l'ipotesi che egli ubbidisse ad ordini segreti del governo inglese, che volevano perpetuare nell'Italia meridionale l'antitesi e la discordia tra sovrani e sudditi, in modo che l'Inghilterra avesse sempre un piede in queste regioni, e potesse valersi delle due Sicilie pei suoi scopi militari e commerciali.|B. Croce, La repubblica napoletana del 1799, pp. XV-XVII, cfr. anche Filippo Ambrosini, L'albero della Libertà. Le Repubbliche giacobine in Italia 1796-99, Edizioni del Capricorno, Torino 2014, p. 242-47)}}
 
== Note ==