Autofinanziamento: differenze tra le versioni

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{{W|economia|dicembre 2008}}
 
L'<nowiki/>'''autofinanziamento''' nella sua più ampia accezione è inteso come la capacità dell’impresa di coprire il [[fabbisogno finanziario]] generato dalla dilatazione degli investimenti richiesti dalla gestione, senza ricorrere, o ricorrendo in misura minore all’ incrementoall’incremento dell’indebitamento o del capitale proprio.
Questa espressione, viene di solito usata per indicare le risorse finanziarie che provengono non dall’apporto di terzi, nelle forme di capitale proprio o di credito, ma dalla gestione stessa dell’azienda in virtù degli utili netti conseguiti nell’esercizio e del loro mancato prelevamento.
È quindi considerato come una politica interna, una forma di finanziamento interno, di risparmio, che consente di coprire il fabbisogno originato dalla attuazione dei progetti di investimento programmati e richiesti dalla gestione per sostenere lo sviluppo dell’impresa.
È quindi considerato come una politica interna
, una forma di finanziamento interno, di risparmio, che consente di coprire il fabbisogno originato dalla attuazione dei progetti di investimento programmati e richiesti dalla gestione per sostenere lo sviluppo dell’impresa.
Da un punto di vista economico-aziendale, le nozioni di autofinanziamento possono essere ricondotte a due: autofinanziamento come fenomeno patrimoniale e autofinanziamento come fenomeno finanziario.
Sono due nozioni strettamente connesse che non hanno due concetti diversi ma sono due modi di analizzare lo stesso fenomeno, due configurazioni, che riguardano differenti aspetti dell’economia della gestione. La prima riguarda essenzialmente l’entità del [[capitale proprio]], la seconda fa riferimento alla dinamica degli investimenti, con le relazioni tra le variazioni degli investimenti e le variazioni delle fonti per coprirli.
 
==Autofinanziamento come fenomeno finanziario==
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* ''La ritenzione degli utili'', è la principale componente di autofinanziamento che permette di destinare risorse, prodotte dalla gestione, a copertura degli investimenti grazie alle disponibilità che derivano dalla mancata distribuzione di una parte degli utili.
:Da un punto di vista meramente contabile, il concetto di autofinanziamento intorno a questa componente, è chiaramente comprensibile. Deriva dal “risparmio” generato di utili ritenuti e reinvestiti all’interno dell’aziendadell’[[azienda]], avendo così delle risorse idonee a finanziare degli investimenti o anche una riduzione dell’esposizione debitoria, qualora le condizioni di solvibilità fossero tali da creare squilibri della struttura finanziaria e da rendere l’impresa poco appetibile dai mercati finanziari.
:Se spostiamo l’indagine sul piano economico, il problema è più complesso perché bisognerebbe esaminare sia la natura degli utili, quindi le cause e le componenti che concorrono alla formazione del reddito di esercizio, per evitare che ci siano degli utili “fittizi” che derivano da stime soggettive più che da una concreta capacità della gestione di produrlo, sia il grado di attendibilità della dilatazione del capitale investito, per verificare che essa non sia frutto di rivalutazioni degli elementi attivi da far considerare l’autofinanziamento del tutto apparente.