Cristoforo di Messisbugo: differenze tra le versioni

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Non si conoscono molte notizie sulla sua vita. Dal [[1524]] al [[1548]] lavorò alla corte di [[Alfonso I d'Este]] e poi di [[Ercole II d'Este]]. Fu nominato conte palatino da [[Carlo V]] il 10 gennaio [[1533]], e prese in moglie la nobile ferrarese Agnese di Giovanni [[Giocoli]]. Fu spesso chiamato alla corte dei [[Gonzaga]] di [[Mantova]], quale consulente della duchessa [[Isabella d'Este]]. Le sue spoglie sono sepolte a [[Ferrara]], nella chiesa di Sant'Antonio in Polesine.
Scrisse un manuale di ricette, che sarà pubblicato nel [[1549]], un anno dopo la sua morte, ''Banchetti composizione di vivande e apparecchio generale'', per gli specialisti del pasto principesco, in cui sono elencati la logistica necessaria per il successo dei banchetti, arredamento, utensili da cucina e le ricette sono meticolosamente dettagliate. Senza corrispondere alla notorietà del suo collega e contemporaneo [[Bartolomeo Scappi]], il libro rimane una pietra miliare nella storia della gastronomia europea del [[Rinascimento]].<br />
Altra sua opera importante è il "Libro novo nel qual si insegna a far d'ogni sorte di vivanda", pubblicato nel 1557 a Venezia, che contiene la prima citazione conosciuta della preparazione del [[caviale]] di [[storione belugacobice]] Ferrarese "caviaro per mangiare, fresco, o per salvare" (pag.111). <br />
Gli storioni selvaggi allora abbondavano nel [[Po]] e lo si può dedurre dalle quantità di storione e caviale che Messisbugo descrive di avere usato nei diversi banchetti, esempio il "Desinare che fece il Conte Federico Quaglia allo Illustrissimo Duca di Chartres etc:"