Confederazione Generale del Lavoro: differenze tra le versioni

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Il Biennio nero
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Il periodo fascista
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=== Il periodo fascista ===
Dopo l'ascesa al potere di Mussolini l'azione repressiva proseguì, per culminare nell'uccisione del deputato socialista Giacomo Matteotti nel giugno 1924<ref>[http://www.archivionline.senato.it/scripts/GeaCGI.exe?REQSRV=REQPROFILE&REQCARDTYPE=24&ID=1692124 Archivio Storico CGIL Nazionale]</ref>.
 
Conclusosi il periodo in cui fu Segretario il socialista [[Ludovico D'Aragona]], all’inizio del [[1927]], alcuni dirigenti socialisti riformisti della Confederazione Generale del Lavoro (CGL) decisero l’auto-scioglimento dell’organizzazione. Ritenevano che l’affermazione del [[regime fascista]] impedisse la libera attività sindacale. La loro decisione fu fermamente osteggiata dai comunisti e dai socialisti di sinistra, che cercarono di mantenere in vita, seppur clandestinamente, la vecchia Confederazione sindacale. L’iniziativa ebbe una vita faticosa, sia a causa della repressione fascista sia a causa delle giravolte dell’[[Internazionale comunista]] (IC) che, nel [[1929]], con la tattica del socialfascismo, indusse i militanti comunisti italiani a operare nei sindacati fascisti e, nel [[1935]] (VII Congresso dell’IC), con la tattica del [[Fronte popolare]], spinse per la riconciliazione con il sindacalismo riformista, nella prospettiva dell’unità sindacale, da realizzarsi con la caduta del regime fascista. Quando avvenne, nell’estate [[1943]], la situazione sociale in Italia era assai tesa e impedì ai partiti democratico-borghesi, verso i quali convergeva il [[Partito Comunista Italiano]] di [[Palmiro Togliatti]], di prendere in mano la situazione.