Primo mobile: differenze tra le versioni

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[[File:Battistero Padova Creazione.jpg|300px|thumb|''Mappa mundi'' medioevale con nove cieli rappresentati come cerchi concentrici di colore diverso ([[Giusto de' Menabuoi]], dalla ''Creazione del mondo'' del [[battistero di Padova]])]]
#REDIRECT [[Cieli del Paradiso]]
Secondo l'[[astronomia]] medioevale e rinascimentale, il '''Primo Mobile''' (o in [[lingua latina|latino]] '''''primum mobile''''') è la prima e più esterna delle [[sfera celeste|sfere]] ruotanti attorno alla Terra in base al modello [[geocentrismo|geocentrico]] dell'[[universo]], a cui trasmette il proprio movimento mettendo in moto le [[stelle]] e i [[pianeti]].
 
==Concezione==
Il concetto fu introdotto da [[Aristotele]], il quale riteneva che i corpi celesti si muovessero su [[sfere]] concentriche, aventi la Terra come proprio [[asse di rotazione|centro di rotazione]]. Gli astri e i pianeti risultavano incastonati, conficcati all'interno di tali sfere: era il movimento di quest'ultime a farli muovere, trascinandoli con sè. Poichè tuttavia i pianeti sembravano seguire una traiettoria irregolare, a differenza delle stelle più lontane (perciò dette «fisse»), Aristotele ipotizzò che essi fossero mossi da un insieme di più sfere, le cui combinazioni rendessero ragione degli spostamenti planetari altrimenti inspiegabili come il [[moto retrogrado]]; egli introdusse così un totale cinquantacinque sfere, ventidue in più delle 33 di [[Callippo di Cizico|Callippo]]. Questi pianeti situati oltre la Terra, secondo una concezione astronomica fatta propria anche da [[Platone]],<ref>Cfr. Platone, ''[[Timeo]]'', X.</ref> erano in tutto sette, ed erano in ordine: la [[Luna (astrologia)|Luna]], [[Mercurio (astrologia)|Mercurio]], [[Venere (astrologia)|Venere]], il [[Sole (astrologia)|Sole]], [[Marte (astrologia)|Marte]], [[Giove (astrologia)|Giove]], [[Saturno (astrologia)|Saturno]]. L'ultimo [[cielo]] era infine quello contenente le [[stelle fisse]], o appunto ''primo mobile'', che metteva tutti gli altri cieli in movimento. Si trattava del ''primo cielo'', cioè dell'involucro più esterno dell'universo, su cui le stelle erano come incastonate. Esso risulta mosso direttamente dalla ''causa prima'' o [[primo motore]], identificabile con la [[divinità]] suprema (mentre le altre divinità risiedevano all'interno del cosmo), in una maniera tuttavia non meccanica o [[causa (filosofia)|causale]], dato che [[Dio]], essendo «atto puro», è assolutamente immobile, oltre ad essere privo di materia e quindi non localizzabile da nessuna parte.<ref>Aristotele, ''Metafisica'', libro XII.</ref> Il ''primo mobile'' piuttosto si muove per un desiderio di natura [[intelletto|intellettiva]], cioè tende a Dio come propria ''causa finale''. Cercando dunque di imitare la Sua perfetta immobilità, esso è contraddistinto dal moto più regolare e uniforme che ci sia: quello [[Moto circolare uniforme|circolare]].<ref>Aristotele, ''Fisica'', libro VIII.</ref> Dal Primo Mobile il movimento viene trasmesso progressivamente a tutte le altre sfere, tuttavia corrompendosi man mano e trasformandosi da circolare-uniforme in rettilineo.
 
===Sistema tolemaico===
[[File:Ptolemaicsystem-small.png|300px|right|thumb|La questione del numero totale delle [[sfere celesti]] non giunse mai a una soluzione definitiva. In questa illustrazione del [[XVI secolo]], ad esempio, il [[firmamento]] o sfera delle "stelle fisse" è ottavo, una sfera "cristallina" è posta al nono livello, mentre il ''primum mobile'' è decimo.]]
In seguito, dopo che [[Ipparco di Bitinia]] ebbe scoperto la [[precessione degli equinozi]], da cui risultava che anche le stelle fisse possedevano un lento [[moto retrogrado]], sembrando cioè tornare indietro per alcuni tratti rispetto alla normale direzione diurna, [[Claudio Tolomeo]] introdusse un nono cielo, distinguendo la sfera delle stelle fisse dal ''primum mobile'', concepito come un cielo purissimo senza astri. Il modello tolemaico dei nove cieli rimase in vigore durante tutto il [[Medioevo]], fino ad approdare al [[Rinascimento]]. [[Dante]] ad esempio lo utilizzò ampiamente nella descrizione dei [[cieli del Paradiso]], sottolineando la purezza del ''primo mobile'', da lui denominato «cielo cristallino», oltre il quale collocava il paradiso [[Empireo]].
 
La concezione di Dante risente, oltre che della dottrina filosofica aristotelica, anche di quella [[neoplatonismo|neoplatonica]], veicolata nell'Europa cristiana attraverso [[Avicenna]],<ref>G. Galle, ''Peter of Auvergne'' (2003), p. 233.</ref> in base alla quale ogni livello celeste è dotato anche di [[anima]] e [[intelletto]]. Dio infatti, [[Causa (filosofia)|Causa]] ''incausata'', genera come riflesso della propria attività auto-contemplatrice il primo ''causato'': questo è la prima [[Intelligenza]], che a sua volta, guardando a Dio e così pensando se stessa, genera l'Anima della [[sfera celeste]], da cui si produce analogamente l'aspetto corporeo vero e proprio del ''primo mobile''. Lo stesso processo si ripete per le altre sfere, fino all'ultima Intelligenza, che attraverso l'[[Anima del mondo|Anima della sfera]] più bassa veicola nel mondo le forme intellegibili che si imprimono nella [[materia]] plasmando così i singoli organismi individuali.<ref>''[http://www.treccani.it/enciclopedia/universo_%28Enciclopedia-Dantesca%29/ Enciclopedia Dantesca]''.</ref>
 
===Rivoluzione copernicana===
Nel Cinquecento, dopo la [[rivoluzione copernicana|rivoluzione eliocentrica]], [[Copernico]] ha continuato ad accettare l'esistenza della sfera delle stelle fisse, e più ambiguamente quella del Primo Mobile,<ref>O. Pederson, ''Early Physics and Astronomy'' (1993), p. 271.</ref> così come avrebbe fatto inizialmente [[Galileo]].<ref>J. Reston, ''Galileo: a life'' (2005), p. 46.</ref> [[Francesco Bacone]] era invece scettico circa il Primo Mobile e riguardo alla rotazione della terra.<ref>R. L. Ellis, ''Collected Works of Francis Bacon'', vol. I (1996), p. 450.</ref> A ogni modo, dopo che [[Keplero]] attribuì al [[sole]] la causa del moto planetario, e non più al Primo Mobile, questo perse gradualmente la sua importanza astronomica, mantenendola tuttavia nel regno della [[analogia (filosofia)|metafora]] o dell'allusione letteraria.<ref>N. R. Hanson, ''Constellations and Conjectures'' (1973), pp. 256-7.</ref>
 
Al di là infatti dell'aspetto [[geocentrismo|geocentrico]], che aveva sollevato diverse inconguenze risolte solo con l'adozione del modello [[eliocentrico]], la concezione astronomica antica riteneva che il moto degli astri fosse portatore di un significato da intepretare [[finalismo|finalisticamente]], non come semplice [[meccanicismo|meccanismo]] privo di scopo. L'ideazione di un universo armonico scaturiva dalla stessa esigenza, di matrice [[neoplatonismo|neoplatonica]], che avrebbe indotto [[Keplero]] a fare del [[Sole (astrologia)|Sole]] la causa del moto dei pianeti, intesi in un'ottica [[animismo|animistica]], e a ribadire al contempo la dignità di discipline come l'[[astrologia]] indipendentemente dalla questione se fossero i Cieli o la Terra a muoversi.<ref>Keplero, ''Tertius interveniens'' (1610), ossia ''Il terzo uomo che si interpone in mezzo'', in cui tra le altre cose metteva in guardia «i molti teologi, medici e filosofi [...] affinché, quando rifiutano come è giusto la superstizione dell'osservazione delle stelle, non gettino il bambino insieme all'acqua del bagno» (cit. in Arthur Beer, ''Kepler's astrology and mysticism'' in A. e P. Beer, ''Kepler. Four Hundred Years'', pag. 412, Oxford, Pergamon Press, 1975.</ref>
 
==Note==
<references />
 
==Voci correlate==
*[[Astronomia greca]]
#REDIRECT *[[Cieli del Paradiso]]
*[[Primo motore]]
*[[Sfera celeste]]
 
{{portale|filosofia|astrologia|astronomia}}
 
[[Categoria:Astrologia]]
[[Categoria:Astronomia sferica]]
[[Categoria:Concetti e principi filosofici]]
[[Categoria:Storia dell'astronomia]]
 
[[en:Primum Mobile]]
[[es:Primer móvil]]