Primo mobile: differenze tra le versioni

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Il modello tolemaico dei nove cieli rimase in vigore durante tutto il [[Medioevo]], fino ad approdare al [[Rinascimento]]. [[Dante]] ad esempio lo utilizzò ampiamente nella descrizione dei [[cieli del Paradiso]], sottolineando la purezza del ''primo mobile'', da lui denominato «cielo cristallino», oltre il quale collocava il paradiso [[Empireo]].
 
La concezione di Dante risente, oltre che della dottrina filosofica aristotelica, anche di quella [[neoplatonismo|neoplatonica]], veicolata nell'Europa cristiana attraverso [[Avicenna]],<ref>G. Galle, ''Peter of Auvergne'' (2003), p. 233.</ref> in base alla quale ogni livello celeste è dotato anche di [[anima]] e [[intelletto]]. Dio infatti, [[Causa (filosofia)|Causa]] ''incausata'', genera come riflesso della propria attività auto-contemplatrice il primo ''causato'': questo è la prima [[Intelligenza]], che a sua volta, guardando a Dio e così pensando se stessa, genera l'Anima della [[sfera celeste]], da cui si produce analogamente l'aspetto corporeo vero e proprio del ''primo mobile''. Lo stesso processo si ripete per le altre sfere, fino all'ultima Intelligenza («''dator formarum''»), che attraverso l'[[Anima del mondo|Anima della sfera]] più bassa]] veicola nel mondo le forme intellegibili che si imprimono nella [[materia]] plasmando così i singoli organismi individuali.<ref>''[http://www.treccani.it/enciclopedia/universo_%28Enciclopedia-Dantesca%29/ Enciclopedia Dantesca]''.</ref>
 
===Rivoluzione copernicana===