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== Biografia ==
Bonifacino Cane, fu Emanuele, di [[Borgo San Martino]] vicino ad [[Alessandria]], rimase l'ultimo rampollo dei rami meno ricchi dell'omonima casata, motivo che ne determinò un carattere duro ed ambizioso. Imparò l'arte delle armi sin da giovane, combattendo per [[Ottone IV di Brunswick-Grubenhagen]] (allora governatore
Successivamente, a soli 26 anni, divenne condottiero militare al soldo della famiglia [[Verona|veronese]] degli [[Scaligeri]] ([[Della Scala]]), partecipando alla disastrosa [[battaglia di Castagnaro]], contro la città di [[Padova]]. Rimastovi prigioniero, passò quindi al servizio dei vincitori (e cioè della famiglia [[Carraresi]] di Padova), combattendo in favore di essi nella [[Conte da Carrara#La guerra in Friuli|guerra del Friuli]].
Nel [[1387]] divenne mercenario per il marchese [[Teodoro II del Monferrato]], che gli affidò ben 400 cavalieri. Furono per lui gli anni più interessanti, cioè quelli compresi tra il [[1391]] e il [[1397]], quando conquistò alcuni territori piemontesi
Ma ciò che lo spinse a combattere fu soprattutto il danaroso compenso, motivazione per la quale le sue imprese divennero particolarmente cruente. Più tardi abbandonò il [[Piemonte]], per spostarsi
Formatosi completamente come capo militare, tornò dapprima al servizio dei [[Carraresi]] e, successivamente, dei [[Visconti]].<br>
Nel [[1402]], dopo la morte del duca [[Gian Galeazzo Visconti]], ottenne i primi risultati politici nel controllo del [[Ducato di Milano]], ma, soprattutto, nel 1403 sottomise Bologna alla signoria Viscontea ottenendone anche il governatorato; attestazione del suo valore non solo in qualità di condottiero ma anche di uomo politico.
Il suo dominio territoriale tra il [[1404]] e il [[1411]], comprese, oltre ad alcuni ex-territori sabaudi, altre città, tra le quali [[Alessandria]], [[Novara]], [[Varese]], [[Tortona]], [[Biandrate]], parte del territorio della [[Brianza]], [[Piacenza]], [[Cantù]], [[Melegnano]] e, per ultima, [[Pavia]].
All'apice della vita politica lombarda, in quel periodo sposò Beatrice Cane, figlia del cugino condottiero Ruggero Cane (lontano parente di Facino) - erroneamente indicata come [[Beatrice di Lascaris]], contessa di [[Contea di Tenda|Tenda]]-[[Ventimiglia]], - donna tenace come lui, dalla quale non ebbe figli. Già cinquantaduenne, nel maggio [[1412]], durante l'occupazione di [[Bergamo]], fu colpito da un violento attacco di [[gotta]] e costretto d'urgenza a ritirarsi presso il [[castello di Pavia]]<ref>[http://www.condottieridiventura.it/index.php/lettera-c/825-facino-cane Facino Cane<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Ormai conscio della sua imminente morte, raccomandò all'arcivescovo [[Bartolomeo della Capra]] d'aver cura delle sue pratiche testamentarie. I suoi ingenti patrimoni, costituiti da denaro, immobili e truppe, andarono alla vedova, con la clausola che quest'ultima averebbe dovuto risposarsi con [[Filippo Maria Visconti]], [[duca di Milano]], per preservare la politiche della [[Signoria cittadina|signoria]].
Il termine italiano "facinoroso" (cioè persona violenta e ribelle) non deriva dal suo nome, come spesso erroneamente si pensa, ma semplicemente dal latino ''facĭnus-nŏris '', e cioè azione vigorosa, violenta, scellerata.
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