Repubblica Croata dell'Erzeg-Bosnia: differenze tra le versioni
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I [[croati]] della [[Federazione di Bosnia ed Erzegovina]] chiamano ancora '''Hercegbosanska županija''' (cantone dell'Herceg-Bosnia) uno dei cantoni in cui è divisa l'attuale [[stato federale|federazione]], tuttavia tale denominazione è stata dichiarata illegale dalla corte costituzionale della [[Bosnia ed Erzegovina]], anche perché il cantone non comprende alcuna parte dell'[[Erzegovina]] e in maniera più neutrale il cantone viene chiamato Cantone 10 (Kanton 10), [[Cantone della Bosnia Occidentale]] (Zapadnobosanski Kanton) o Cantone di Livno (Livanjski Kanton) dal nome dell'attuale capoluogo.
Alla fine del 1991 gli elementi più
In seguito alla proclamazione dell'indipendenza della Bosnia Erzegovina, osteggiata fortemente dai serbo-bosniaci, l'[[Esercito Popolare Jugoslavo|Esercito Jugoslavo]] nell'aprile [[1992]] occupò i punti strategici del territorio della Bosnia ed Erzegovina, e i vari gruppi etnici si organizzarono in formazioni militari. La ''Hrvatska Zajednica Herceg-Bosna'' costituì l'8 aprile 1992 una milizia denominata [[Consiglio di difesa croato]] (in [[lingua croata|croato]]: '''''H'''rvatsko '''V'''ijeće '''O'''
Inizialmente i Bosniaci e i Croati combatterono alleati contro i Serbi, che erano dotati di armi più pesanti e controllavano gran parte del territorio rurale, con l'eccezione delle grandi città di Sarajevo e Mostar. Nel [[1993]], dopo il fallimento del piano che prevedeva la divisione del Paese in tre parti etnicamente pure, scoppiò un conflitto armato tra [[Bosgnacchi]], i bosniaci musulmani, e croati sulla spartizione del territorio nazionale, con la Croazia coinvolta sempre più nella guerra sostenendo finanziariamente e militarmente i Croati di Bosnia, che il 28 agosto 1993 proclamarono la ''Repubblica dell'Erzeg-Bosnia'' con lo scopo di aggregare la regione di Mostar alla Croazia. La città di Mostar, già precedentemente danneggiata dai [[Serbi]], fu costretta alla resa dalle forze croato-bosniache e il suo centro storico venne bombardato dai Croati, che il 9 novembre 1993 distrussero il famoso [[Stari Most]] il vecchio [[ponte]] del [[XVI secolo]] che unisce le due parti della città divise dalla [[Narenta]]. Il ponte precedentemente era stato danneggiato dai bombardamenti serbi già nel 1992 e sia i serbi che i croati vedevano nel ponte, costruito per volere del [[sultano]] [[Impero ottomano|ottomano]] [[Solimano il Magnifico]], un simbolo della cultura islamica e quindi da distruggere in quanto tale.
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Nell'estate del 1995 le milizie del Consiglio di difesa croato furono protagoniste della controffensiva croata nei territori della Bosnia Erzegovina ancora occupati dai Serbi e prendendo anche parte all'[[Guerre jugoslave#Operazioni Lampo e Tempesta|operazione "Lampo"]] e [[operazione Tempesta|"Tempesta"]] nei territori della [[Repubblica Serba di Krajina]] e della [[Slavonia]] con la totale vittoria delle forze croate.
Nella stessa [[estate]] nel mese di luglio da parte delle milizie serbe ci fu il [[Massacro di Srebrenica]] che provocò un
Le forze serbe accettarono l'ultimatum congiunto [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]]-[[NATO]], ritirandosi dai dintorni di Sarajevo. I colloqui iniziati il 1º novembre a [[Dayton (Ohio)|Dayton]], in [[Ohio]], misero ufficialmente la parola fine al conflitto jugoslavo.
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