Repubblica Croata dell'Erzeg-Bosnia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
Serb1914 (discussione | contributi)
Annullata la modifica 69679829 di Naseljenik (discussione)
Riga 60:
I [[croati]] della [[Federazione di Bosnia ed Erzegovina]] chiamano ancora '''Hercegbosanska županija''' (cantone dell'Herceg-Bosnia) uno dei cantoni in cui è divisa l'attuale [[stato federale|federazione]], tuttavia tale denominazione è stata dichiarata illegale dalla corte costituzionale della [[Bosnia ed Erzegovina]], anche perché il cantone non comprende alcuna parte dell'[[Erzegovina]] e in maniera più neutrale il cantone viene chiamato Cantone 10 (Kanton 10), [[Cantone della Bosnia Occidentale]] (Zapadnobosanski Kanton) o Cantone di Livno (Livanjski Kanton) dal nome dell'attuale capoluogo.
 
Alla fine del 1991 gli elementi più estremisticiestremisti dell'[[Unione Democratica Croata di Bosnia ed Erzegovina]] (Croato: '''''H'''rvatska '''D'''emokratska '''Z'''ajednica '''B'''osne i '''H'''ercegovine'', HDZBiH) branca in [[Bosnia ed Erzegovina]] dell'[[Unione Democratica Croata]] (Croato: '''''H'''rvatska '''D'''emokratska '''Z'''ajednica'', HDZ) partito al governo in [[Croazia]], con l'aiuto del presidente croato [[Franjo Tuđman]] presero il controllo del partito e il 18 novembre proclamarono la nascita della ''Comunità croata dell'Erzeg-Bosnia'' (''Hrvatska Zajednica Herceg-Bosna'') con capitale [[Mostar]] ed un'autonomia politica, culturale, economica e territoriale, all'interno del territorio della [[Bosnia ed Erzegovina]], allo scopo di proteggere i loro interessi nazionali e preoccupati dall'idea che i Serbi stessero per attuare il progetto della "Grande Serbia", occupando parte del territorio bosniaco. Questa idea nei croati dell'[[Erzegovina]] era maturata sin dal settembre del 1991, subito dopo l'indipendenza della [[Croazia]] e la dissoluzione della [[ex-Jugoslavia]], quando l'[[Esercito federale jugoslavo]] nel corso dell'operazioni militari d'assedio di [[Ragusa (Croazia)|Ragusa]] aveva distrutto il piccolo villaggio di Ravno, all'interno del territorio bosniaco ma abitato da croati e il 19 settembre l'[[Armata Popolare Jugoslava|Esercito Federale]] aveva spostato alcune truppe nei pressi della città di [[Mostar]], provocando le proteste delle autorità locali.
 
In seguito alla proclamazione dell'indipendenza della Bosnia Erzegovina, osteggiata fortemente dai serbo-bosniaci, l'[[Esercito Popolare Jugoslavo|Esercito Jugoslavo]] nell'aprile [[1992]] occupò i punti strategici del territorio della Bosnia ed Erzegovina, e i vari gruppi etnici si organizzarono in formazioni militari. La ''Hrvatska Zajednica Herceg-Bosna'' costituì l'8 aprile 1992 una milizia denominata [[Consiglio di difesa croato]] (in [[lingua croata|croato]]: '''''H'''rvatsko '''V'''ijeće '''O'''dbranebrane'', HVO) che nei primi due mesi di combattimento fu l'unica forza a fronteggiare le milizie serbe di [[Ratko Mladić]].
 
Inizialmente i Bosniaci e i Croati combatterono alleati contro i Serbi, che erano dotati di armi più pesanti e controllavano gran parte del territorio rurale, con l'eccezione delle grandi città di Sarajevo e Mostar. Nel [[1993]], dopo il fallimento del piano che prevedeva la divisione del Paese in tre parti etnicamente pure, scoppiò un conflitto armato tra [[Bosgnacchi]], i bosniaci musulmani, e croati sulla spartizione del territorio nazionale, con la Croazia coinvolta sempre più nella guerra sostenendo finanziariamente e militarmente i Croati di Bosnia, che il 28 agosto 1993 proclamarono la ''Repubblica dell'Erzeg-Bosnia'' con lo scopo di aggregare la regione di Mostar alla Croazia. La città di Mostar, già precedentemente danneggiata dai [[Serbi]], fu costretta alla resa dalle forze croato-bosniache e il suo centro storico venne bombardato dai Croati, che il 9 novembre 1993 distrussero il famoso [[Stari Most]] il vecchio [[ponte]] del [[XVI secolo]] che unisce le due parti della città divise dalla [[Narenta]]. Il ponte precedentemente era stato danneggiato dai bombardamenti serbi già nel 1992 e sia i serbi che i croati vedevano nel ponte, costruito per volere del [[sultano]] [[Impero ottomano|ottomano]] [[Solimano il Magnifico]], un simbolo della cultura islamica e quindi da distruggere in quanto tale.
Riga 76:
Nell'estate del 1995 le milizie del Consiglio di difesa croato furono protagoniste della controffensiva croata nei territori della Bosnia Erzegovina ancora occupati dai Serbi e prendendo anche parte all'[[Guerre jugoslave#Operazioni Lampo e Tempesta|operazione "Lampo"]] e [[operazione Tempesta|"Tempesta"]] nei territori della [[Repubblica Serba di Krajina]] e della [[Slavonia]] con la totale vittoria delle forze croate.
 
Nella stessa [[estate]] nel mese di luglio da parte delle milizie serbe ci fu il [[Massacro di Srebrenica]] che provocò un' enorme reazione nell'opinione politica internazionale e il successivo 28 agosto [[1995]] al mercato di [[Strage di Markale|Markale]] a Sarajevo cinque proiettili di mortaio, lanciati da postazioni serbe uccisero 39 civili e almeno 90 rimasero feriti. Richiamandosi alla Risoluzione n. 836 delle [[Nazioni Unite]] la [[NATO]] organizzò l'[[operazione Deliberate Force]] (operazione Forza Deliberata) contro le forze della [[Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina]].
 
Le forze serbe accettarono l'ultimatum congiunto [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]]-[[NATO]], ritirandosi dai dintorni di Sarajevo. I colloqui iniziati il 1º novembre a [[Dayton (Ohio)|Dayton]], in [[Ohio]], misero ufficialmente la parola fine al conflitto jugoslavo.