Procolo di Pozzuoli: differenze tra le versioni

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{{Santo
|nome = SanSanti Procolo, Eutiche e Acuzio
|immagine = Artemisia gentileschi, i santi procolo e nicea, 1631 ca..JPG
|immagine =
|didascalia = ''I santi Procolo e Nicea'', tela di [[Artemisia Gentileschi]] (1636 ca.) nella [[Cattedrale di Pozzuoli]]
|didascalia =
|nato = [[III secolo]]
|morto = [[305]]
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|canonizzazione =
|santuario principale =[[Cattedrale di Pozzuoli]]
|ricorrenza = [[18 ottobre]] <br> [[19 settembre]] con san Gennaro e gli altri martiri puteolani
|ricorrenza = [[16 novembre]]
|attributi = palma, bibbia e dalmatica
|patrono di = [[Pozzuoli]]
}}
{{Bio
|Titolo = San
|Nome = Procolo
|Sesso = M
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|AnnoNascita = III secolo
|LuogoMorte = Pozzuoli
|GiornoMeseMorte = [[19 settembre]]
|AnnoMorte = 305
|Attività = santo
|Nazionalità = romano
|Epoca = 200
|Epoca2 = 300
|Categorie = no
|FineIncipit = fu un cristiano che subì il [[martiremartirio]] sotto l'impero di [[Diocleziano]] edinsieme èa venerato'''Eutiche''' e '''Acuzio'''; i tre sono venerati come [[santosanti]] dalla [[Chiesa cattolica]] che li ricorda il [[18 ottobre]]
}}
 
Procolo (dal latino Proculus = figlio nato mentre il padre è lontano) è uno dei "sette [[Martire|martiri]] [[Pozzuoli|puteolani]]" che furono decapitati nel [[305 d.C.]] durante l'epoca delle feroci persecuzioni nei confronti dei cristiani messe in pratica da [[Diocleziano]].
 
Tra loro va ricordato il [[vescovo]] di [[Benevento]] [[San Gennaro|Gennaro]], che come gli altri sei "compagni di fede" fu condannato alla decapitazione presso il ''forum vulcani'', nei pressi della [[Solfatara]] di [[Pozzuoli]].
 
== Storia==
=== Fonti documentarie ===
I nomi dei sette martiri, compaiono in almeno sette antichi ''Acta'', ''Passiones'' o ''Vitae''. Tutti questi racconti pongono in primo piano la figura di san Gennaro, del miracolo della liquefazione del suo sangue e poi delle varie traslazioni delle reliquie dei martiri, con destinazioni diverse e del loro culto in varie località. Gli ''Atti Puteolani'' o ''Acta sancti Proculi'', che illustrano il martirio di san Procolo, furono trovati nell’Archivio della Curia di Pozzuoli e pubblicati per la prima volta, dal [[Compagnia di Gesù|gesuita]] padre Joannes Stilting, nel [[1757]] ad [[Anversa]]<ref>J. Stilting (1703-1762), ''Acta ss. Januari episcopi, Sosii, Festi et Proculi diaconorum, Desiderii lectoris, Eutychis vel Eutychetis et Acutii martyrum Puteolis in Campania felice, commentario e notationibus illustrata a Joanne Stiltingo'', Antuerpiae, apud Bernardum Albert Vander Plassche, 1757.</ref>. Agli ''Atti Puteolani'' si aggiungono gli ''Atti Bolognesi'' composti alla fine del VI o agli inizi del VII secolo. Prendono tale nome perché sono conservati in un codice del [[1180]], esattamente nel codice membranaceo n. 1473 , fogli 223-225, di proprietà del [[monastero]] di Santo Stefano dei padri Celestini a [[Bologna]].
 
=== Vicende del santo ===
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Gennaro, Festo e Desiderio, saputo del suo arresto, vollero far visita a Sossio; furono scoperti, confessarono di essere cristiani e furono condotti dal giudice Draconzio, che li condannò alla stessa pena di Sossio. A questo punto del racconto compaiono i tre puteolani, il diacono Procolo ed i [[Laico|laici]] cristiani Eutiche ed Acuzio, i quali protestarono vivacemente contro la condanna mentre i martiri venivano condotti al supplizio; con la facilità e il fanatismo di allora, furono presi anche loro e condannati alla stessa pena degli altri. Il giorno dopo, tuttavia, per l'assenza del governatore stesso, impegnato altrove o, secondo altri, perché si era accorto che il popolo dimostrava simpatia verso i condannati e quindi per evitare disordini, il supplizio fu sospeso. Secondo la tradizione invece, il supplizio fu mutato per l'avvenimento di un miracolo, infatti, le fiere si inginocchiarono al cospetto dei condannati, dopo una [[benedizione]] fatta da Gennaro. Perciò furono trasferiti nel Foro dove il Magistrato giudicante li condannò alla decapitazione, che ebbe luogo, secondo la tradizione, il 19 settembre del 305 nei pressi della [[Solfatara di Pozzuoli]].
 
==Culto==
== Le reliquie e la processione==
Il corpo di san Procolo fu probabilmente sepolto dapprima presso il pretorio di Falcidio che dovrebbe trovarsi nei pressi della necropoli di via Celle, alla periferia di Pozzuoli per poi trovare una definitiva collocazione nel [[cattedrale di Pozzuoli|duomo della città]].
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Nel maggio [[1964]] a seguito dell'incendio della [[cattedrale di Pozzuoli|cattedrale]] le reliquie furono portate via e messe al sicuro. Cinquant'anni dopo, l'11 maggio 2014 in concomitanza con la già nominata processione, le reliquie hanno fatto ritorno nella basilica riaperta al culto e sono state poste all'interno dell'altare maggiore e sono visibili grazie ad un'apertura a forma di croce posta sulla parte frontale dello stesso. Per l'occasione hanno fatto il loro ingresso in cattedrale anche i tre busti<ref>[http://www.cronacaflegrea.it/rione-terra-san-procolo-ritorna-nel-duomo-guarda-le-foto/ RIONE TERRA/ San Procolo ritorna nel Duomo – GUARDA LE FOTO | Cronaca Flegrea<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
== IlDevozione cultopopolare e l'inno==
Il gruppo dei sette martiri campani fu ben presto venerato dai Cristiani della zona, come testimonia la loro raffigurazione nelle [[Catacomba|catacombe]] dette di San Gennaro, di San Severo e di San Gaudioso a [[Napoli]]. San Procolo, in particolare, ottenne, insieme a San Gennaro, il patronato di [[Pozzuoli]].
 
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* http://www.diocesipozzuoli.org/?areasez=55
* http://digilander.libero.it/fiudacs/images/sanprocolo.jpg (per vedere il busto del santo venerato a Pozzuoli)
 
 
{{Portale|Biografie|Cattolicesimo}}
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[[Categoria:Santi per nome]]
[[Categoria:Santi romani del IV secolo]]
[[Categoria:Martiri cristiani]]
[[Categoria:Persone legate ai Campi Flegrei]]