Paradiso - Canto sesto: differenze tra le versioni

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==Sintesi del canto==
L'anima cui [[Dante]] si è rivolto nel [[Paradiso - Canto quinto|canto precedente]] chiedendogli chi fosse e perché si trovasse in quel luogo è quella di [[Giustiniano]] ([[482|483]]

-[[565]]), uno degli spiriti che operarono il bene per conseguire la gloria terrena. Egli parla della propria vita e della storia del potere [[impero|imperiale]] (simboleggiato dall'aquila), spiegando come l'[[Roma|impero romano]] sia stato voluto da [[Dio]] per essere strumento della [[Redenzione_(religione)#Redenzione_nella_fede_cristiana|Redenzione]] e deplorando l'attuale decadenza, causata dalle lotte tra [[Guelfi e Ghibellini]]. Terminato il discorso, egli presenta a Dante [[Romeo di Villanova]] ([[1170]]-[[1250]]).
[[File:Meister von San Vitale in Ravenna.jpg|thumb|Giustiniano nel mosaico di [[Basilica di San Vitale (Ravenna)|San Vitale]] a [[Ravenna]]. ]]
 
==Temi e contenuti==
===[[Giustiniano]] - versi 1-27===
L'imperatore [[Giustiniano]] inizia a parlareparla di sé e di come l'aquila imperiale sia giunta nelle sue mani dopo più di duecento anni da quando [[Costantino I|Costantino]] l'aveva trasferita da [[Roma]] a [[Bisanzio]].
L'anima ricorda quali sono gli eventi che hanno più profondamente marcato la sua vita terrena: egli riordinò e arricchì le leggi romane nel [[Corpus Iuris Civilis]], si convertì al [[Cristianesimo]] e rese possibile l'espansione del proprio regno grazie all'opera del suo abile generale [[Belisario]].