Carnevale Ambrosiano: differenze tra le versioni

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Le pratiche di travestimento sono note nell'[[Antico Egitto]] in onore della dea [[Iside]] e in [[Grecia]] per [[Dioniso]], mentre a Roma qualcosa di simile al carnevale, seppur decisamente più prosaico e dissoluto, si ravvisa nei [[Saturnali]] che hanno proprio come filo conduttore il "''ribaltamento dell'ordine costituito''". Nell'alto [[medioevo]], le prime testimonianze scritte risalgono al [[XIII secolo]], la tradizione è anteriore e il "''[[Carnevale|Carnevale moderno]]''" si diffonde a partire dall'[[Italia]] in tutto il mondo cristiano, legando il periodo di festa in funzione della [[Pasqua]]. A Milano, la scansione liturgica delle funzioni religiose strettamente connessa al "''[[rito ambrosiano]]''" si riflette anche sul [[Carnevale#Carnevale_ambrosiano|Carnevale]].
 
== Contesto storico imperiale ==
 
Nel [[306]] l'imperatore [[Costantino I]] e la madre [[Flavia Giulia Elena]] nota come "''Sant'Elena Imperatrice''" contribuiscono alla diffusione del [[Cristianesimo]] in occidente.
La "''[[Mediolanum]]''" [[Mediolanum#Epoca_tardo_imperiale|capitale imperiale]] dell'[[Impero romano d'Occidente]] è governata da [[Massimiano (imperatore)|Massimiano]] e in seguito da [[Teodosio I]] prima del trasferimento della capitale a [[Storia_di_Ravenna#Et.C3.A0_antica|Ravenna]].
 
Nel [[380]] [[Teodosio I]] è il sostenitore e il promulgatore, assieme agli altri due Cesari Augusti [[Graziano]] e [[Valentiniano II]], dell'[[editto di Tessalonica]], con il quale il [[credo niceno]] diviene la religione unica e obbligatoria dell'Impero.<ref>''Codex Theodosianus'', 16, 1.2</ref>.
 
Teodosio professa il [[credo niceno]] in contrapposizione all'[[arianesimo]], convoca nel [[381]] il primo [[Concilio di Costantinopoli I|concilio di Costantinopoli]] per condannare le eresie che si oppongono ai principi del [[Concilio di Nicea]].
 
Tra il [[391]] e il [[392]] sono emanati i [[decreti teodosiani]] che attuano in pieno l'editto di Tessalonica: è interdetto l'accesso ai templi pagani, è ribadita la proibizione di qualsiasi forma di culto, è vietata l'adorazione delle statue e altri idoli pagani<ref>''Codex Theodosianus'', 16.10.10</ref>; sono inasprite le pene amministrative per i cristiani che si riconvertono al paganesimo.<ref>''Codex Theodosianus'', 16.7.4</ref>
 
Nel decreto emanato nel [[392]] da [[Costantinopoli]] è perseguita l'immolazione di vittime nei sacrifici, è condannata la consultazione delle viscere, equiparata al delitto di "''[[Lex Iulia maiestatis]]''", [[lesa maestà]] punibile con la condanna a morte<ref>''Codex Theodosianus'', 16.10.12.1</ref>. I templi pagani sono oggetto di sistematica distruzione, mira della confisca dei beni, i capi che li dirigono sottoposti ad arresto e la persecuzione degli adepti. <ref>[[Teodoreto di Cirro]], ''Historia Ecclesiastica'', 5, 21. Di tali distruzioni si lamentò il retore greco [[Libanio]] nella sua orazione all'imperatore Teodosio ("''Pro templis''" ([http://www.tertullian.net/fathers/libanius_pro_templis_02_trans.htm en]).</ref>.
 
Nel [[393]], interpretando i [[Giochi olimpici]] come una festa pagana, influenzato dal vescovo [[Sant'Ambrogio|Ambrogio]], ne decreta la chiusura. A determinare tale decisione contribuiscono la strage di Tessalonica e soprattutto l'ormai intollerabile livello di corruzione regnante tra gli atleti e gli organizzatori che falsa le competizioni. La disposizione pone fine a una tradizione millenaria<ref>Cfr. tra gli altri: Werner Petermandl, Ingomar Weiler. ''Nikephoros''. Georg Olms Verlag, 1998, pag. 182-3.</ref>.
 
Nella transizione da [[religione romana]] al [[cristianesimo]] si assiste a un ribaltamento dei ruoli. Da cristiani perseguitati a cristiani persecutori nella figura propria dell'Imperatore che, animato da ragioni politiche, sociali, tattico - psicologiche, strategiche rasenta l'ortodossia radicale tendente al fanatismo, sfociata in frequenti, feroci e sanguinose persecuzioni che causano spesso animati e prolungati dissidi fra [[Teodosio_I#Ambrogio_e_Teodosio|Ambrogio e Teodosio]]. La [[religione romana]] cessa dunque d'essere praticata alla fine del [[IV secolo]] con gli editti promulgati dall'imperatore romano di fede cristiana [[Teodosio I]] che proibiscono tutti i culti non cristiani.
 
In un siffatto contesto con [[Milano]] al centro dell'Impero, tra le poche valvole di sfogo superstiti, i "''[[Saturnali]]''", i "''[[Bacchanalia]]''", i "''[[Fornacalia]]''", i "''[[Parentalia]]''", i "''[[Lupercalia]]''", le "''Idi di Marte''" identificate comunemente con le "''[[Idi di marzo]]''" e tutto l'insieme delle [[festività romane]] compreso tra il mese di dicembre e marzo, epurati dai [[orgiastici|riti orgiastici]], [[rito propiziatorio|riti propiziatori]], sacrifici animali e promiscue pratiche sessuali, si trasformano in [[Carnevale|riti carnevaleschi]] senza il culto di [[idoli]] pagani.
 
Nuovi usi e costumi che prevedono il capovolgimento dell'ordine sociale e delle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento delle classi, alla [[caricatura]] e al [[dileggio]] delle classi nobili e del clero mediante l'utilizzo della [[satira]] e della [[critica]], al [[Poesia burlesca|burlesco]] scimmiottamento di stili di vita attraverso lo [[sberleffo]] e lo [[scherzo]], l'[[ironia]], la [[parodia]] e il [[comico]], alla [[dissolutezza]] regimentata nel campo politico e religioso attraverso cortei, sfilate e balli in maschera.
 
Accompagnano i festeggiamenti abbondanti [[abbuffate]] e generose [[libagioni]] preludio di un lungo periodo di [[penitenza]] improntato a principi cristiani quali l'[[astinenza]], il [[digiuno]], l'[[espiazione]], il [[ravvedimento]], la [[confessione]] e la [[riconciliazione]], il [[perdono]]. Si determina dunque l'antesignano del [[Carnevale]] moderno che trova proprio a Milano la culla delle proprie origini.
 
== Personaggi ==