Terremoto di Diano Marina del 1887: differenze tra le versioni

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I soccorsi immediati erano insufficienti. Dalla casa del sindaco dianese Ardizzone si faceva una prima distribuzione di pane per i sopravvissuti. Sul luogo subito arrivavano il generale del [[Regio Esercito]] [[Maurizio Gerbaix de Sonnaz]], il maggiore dei [[Carabinieri Reali]] e l'ingegner Normand del Genio Civile. I lavori di salvataggio erano intrapresi da due compagne del Quattordicesimo Fanteria, che estraevano numerosi cadaveri dalle rovine. In mancanza di soccorsi, medicamenti, di medici era presente il solo medico di Diano, il cimitero era strapieno di morti accatastati gli uni sugli altri, i feriti erano portati su vagoni ferroviari, e si sperava nel prossimo arrivo di una compagnia del Genio. Giungevano in loco i deputati [[Antonio Capoduro]] e [[Vincenzo Massabò]], e tra i giornalisti erano presenti solo quello de [[Il Secolo XIX]] e Amato dell'[[Epoca Democratica]].
 
Tra i vari soccorritori spiccò l'intervento del Tenente dei Carabinieri Reali Conte Ponci Luciano Vittorio Emanuele Francesco, in servizio presso la Legione CC. di Torino per esso decorato con Medaglia d'Argento al Valor Civile (Regio Decreto del 9 febbraio 1888) la cui motivazione recita: "Adoperandosi con manifesto rischio della vita in soccorso delle persone pericolanti tra le macerie di case rovinate dal terremoto che desolò la Liguria Occidentale"
 
Tra gli edifici distrutti la [[Chiesa di Sant'Antonio abate (Diano Marina)|chiesa parrocchiale di Sant'Antonio abate]], dove proprio il giorno prima il pittore savonese [[Lazzaro De Maestri]] aveva completato i suoi [[affreschi]].