Andrea Querini Stampalia: differenze tra le versioni

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|Attività = ammiraglio
|Nazionalità = austriaco
|PostNazionalità = , ultimo Provveditore Generale di Venezia in [[Dalmazia]] e primo comandante della [[K.u.k._Kriegsmarine Kriegsmarine#Il_periodo_venetoIl periodo veneto:_la_ la .C3.B6sterreichische-venezianische_Kriegsmarinevenezianische Kriegsmarine|Marina Veneto-Austriaca]]
}}
 
== Biografia ==
Nacque da famiglia [[Venezia|veneziana]] nobilissima, che aveva dato numerosi uomini alla [[Repubblica di Venezia|Serenissima]] e alla [[Chiesa Cattolica|Chiesa]] e che, fin dal 1200, era annoverata tra le famiglie più ricche della Repubblica<ref>Busetto G. e Gambier M. (a cura di) ''I Querini Stampalia. Un ritratto di famiglia nel Settecento veneziano'', Venezia 1987, Fondazione Scientifica Querini Stampalia.</ref>. Il [[27 ottobre]] [[1795]] si insediò a [[Zara]] quale Provveditore Generale della [[Dalmazia]] e dell'[[Albania Veneta|Albania]], eletto poco prima dal [[Maggior Consiglio]]; in tale veste, fino al giugno [[1797]], fu comandante militare e civile e giudice supremo nella provincia.
 
Al Querini, nel giorno della sua inaugurazione, il poeta e musicista dalmata [[Giulio Bajamonti]] dedicò dei versi encomiastici in ''[[Ottava rima|Ottave]]'' e due [[Lauda|laudi]]. Le laudi esaltano le virtù del provveditore generale Querini ''<nowiki>'</nowiki>l valor, specchio di bel valor oppure la sua saggezza: saggio Querini''. Il Bajamonti, ch'era anche medico, apprezzò molto alcuni suoi provvedimenti, adottati per motivi di sanità e igiene<ref>Peričić, Šime (1980). ''Dalmacija uoči pada Mletačke R epublike'', Zagabria 1980, Institut za hrvatsku povijest, pag. 223</ref>. Sempre per questioni di sanità pubblica, il provveditore fece estendere un cordone sanitario verso la Bosnia ed in persona si occupò di perlustrare il confine<ref>Milčetić, Ivan, ''Dr. Julije Bajamonti i njegova djela'', In ''Rad JAZU'' pag. 192, Zagrabria 1912</ref><ref>Duplančić, Arsen, ''Dopune životopisu i bibliografiji Julija Bajamontija'', in ''Građa i prilozi za povijest Dalmacije'', Spalato 1997, pagg. 157-203</ref>.
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A causa della cattiva situazione finanziaria e politica, però, non si poté distinguere in tale nuovo prestigioso incarico, perché gli vennero rifiutate le risorse necessarie a riparare le poche vecchi navi non predate dai francesi e ad iniziare la costruzione di nuove. Inoltre, sorsero continui dissidi con il capitano Williams, un marinaio inglese che, fino al suo arrivo, aveva guidato la piccola ''Marina di [[Trieste]]'' per gli austriaci e che non era stato formalmente dimesso; i contrasti continuarono a sussistere anche dopo che il Williams venne subordinato al Querini. La disputa non terminò fino alla primavera del [[1799]], quando al primo fu dato il comando della flottiglia sul [[Lago di Costanza]], lasciando al secondo l’indisputato controllo della flotta costiera e d’altura<ref>L. Sondhaus, ''The Habsburg Empire and the Sea. Austrian Naval Policy, 1797 - 1866'', West Lafayette, Indiana, Purdue University Press, 1989, p. 5 ss</ref>.
 
Allo scoppio della [[Seconda coalizione|Guerra della Seconda Coalizione]] (1799), la flotta Austro-Veneta consisteva prevalentemente di legni minori per la protezione costiera; ciò nonostante, Vienna non riteneva necessario alcun rinforzo. Nella primavera del 1799 la piccola flottiglia austriaca entrò in azione con successo, cooperando coll’armata austriaca in combattimento a terra nell’[[Italia Settentrionale|Italia settentrionale]] e, nei pressi delle [[Delta del Po|Bocche del Po]], riuscì a sconfiggere una piccola squadra francese. Nello stesso anno le navi austriache presero parte all’assedio di [[Genova]], fino alla sua capitolazione il [[24 giugno]] [[1800]].
 
Principale compito della Marina Austro-Veneta restava il pattugliamento dell’[[Mare Adriatico|Adriatico]] ma, a causa della sua debolezza, non era in grado di fermare né i [[Corsari barbareschi|pirati barbareschi]], né i [[Corsaro|corsari]] francesi che attaccavano il naviglio mercantile dalla loro base di [[Ancona]]. Nell’autunno del 1799 la situazione peggiorò ulteriormente, fino a quando una flottiglia austriaca guidata da [[Joseph L'Espine]] bloccò le forze francesi in Ancona, in cooperazione coi [[Russia|russi]]. La fanteria austriaca, con un successivo attacco da terra, obbligò la città a capitolare. 5 vascelli, altri legni minori e 17 mercantili caddero nelle mani degli attaccanti e, nella notte, con un colpo di mano L'Espine riuscì ad imprandonirsi di tutti i legni innalzando su di essi la bandiera austriaca; all’alba i Russi si trovarono di fronte al fatto compiuto, per cui ne nacque un incidente diplomatico che ricadde sulle spalle del Querini<ref>A.E. Sokol, ''The Imperial and Royal Austro-Hungarian Navy'', Annapolis, Maryland, United States Naval Institute, 1968, p. 18</ref>.
 
Alla fine della guerra l’Austria era completamente inattiva sul mare. Secondo il [[trattato di Lunéville]], nel 1801, manteneva intatti i suoi possedimenti territoriali, ma in condizioni peggiori che nel 1797. Come conseguenza, Querini fu rimpiazzato proprio col conte de L’Espine, che il [[23 gennaio]] [[1802]] assunse il comando della flotta e la conduzione dell'Arsenale<ref>http://www.alterhistory.altervista.org/Italia/City/estrazionecity.php?inizio=1801&fine=1825&nomecampo=venezia&ante1000</ref>, con l'ordine di rimettere in servizio le navi veneziane e, soprattutto, il permesso di costruire una flotta di otto fregate, quattro brigantini, quattro scune e 40 lance cannoniere.
 
== Note ==
<references/>