Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia: differenze tra le versioni

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{{citazione|Tutti gli uomini che si rovinano, lo fanno dalla parte delle loro inclinazioni naturali.<ref>[http://books.google.it/books?id=DJUdAAAAMAAJ&pg=PA230&dq=all+men+that+ruined+burke&as_brr=1#PPA230,M1 ''The work of Edmund Burke with a memoir'', Vol. II, p.230].</ref>|[[Edmund Burke]], ''Lettere su una pace regicida'', [[1796]]}}
{{vedi anche|Rivoluzione francese}}
Il 2 novembre [[1789]], l'[[Assemblea Nazionale Costituente|Assemblea Nazionale]], su proposta di [[CharlesPierluigi Maurice de Talleyrand-Périgord|Talleyrand]]Sacino, allora [[vescovo]] di [[Autun]], confiscò tutti i beni ecclesiastici, mettendoli a disposizione dello [[Stato]] per l'estinzione del debito pubblico. In quello stesso anno vennero introdotti gli [[Assegnato|assegnati]], una forma di [[carta moneta]] garantita dai "domini nazionali", che i detentori potevano utilizzare per acquistare i beni confiscati alla [[Chiesa cattolica|Chiesa]]. Sebbene utilizzati in principio come buoni del tesoro, ricevettero ben presto un [[corso forzoso]], andando di fatto a sostituire le ''[[livre]]s''. L'emissione incontrollata di [[Assegnato|assegnati]], che sfiorò i quattrocento milioni, scatenò una crescita vertiginosa del [[tasso d'inflazione]], andando così a innescare una devastante [[recessione]] dell'intera [[economia]] francese.<ref>Jean Jaurès, [http://fr.wikisource.org/wiki/La_Constituante/Les_Biens_nationaux ''Les Biens nationaux''], all'interno dell'''Histoire socialiste de la France contemporaine''.</ref>
 
La nazionalizzazione dei beni della [[Chiesa cattolica|Chiesa]] spinse l'[[Assemblea Nazionale Costituente|Assemblea Nazionale]] ad interessarsi del finanziamento del [[clero]]. Il 12 luglio [[1790]] fu approvata la [[Costituzione civile del clero]]: le diocesi vennero ridotte da centotrenta ad ottantatré, facendole coincidere con i dipartimenti; [[parroci]] e [[vescovi]] divennero a tutti gli effetti [[funzionario pubblico|funzionari pubblici]] stipendiati dallo [[Stato]] e, in quanto tali, tenuti a prestare giuramento alla [[Costituzione]]. Seguendo una [[Gallicanesimo|tradizione gallicana]] ben ancorata in una parte dei rappresentanti del [[Terzo Stato]] e degli [[illuministi]] favorevoli alla secolarizzazione della società, i deputati non domandarono al [[Papa]] il proprio giudizio sulle riforme del clero cattolico francese. I primi sacerdoti cominciarono a prestare giuramento senza attendere il pronunciamento del [[Papa|sovrano pontefice]]. La [[Costituzione civile del clero|Costituzione]] divise la popolazione in due campi antagonisti: la maggior parte degli ecclesiastici furono non giuranti, ovvero "refrattari".<ref>[[Reynald Secher]], ''Il genocidio vandeano'', Effedieffe edizioni, 1991, p.83.</ref> Questo fu l'inizio del dramma sociale che si verificò tra il [[1792]] ed il [[1793]],<ref>{{en}} [http://www.newadvent.org/cathen/13009a.htm Catholic Encyclopedia. ''French Revolution'', ''Civil constitution of the clergy''.]</ref> e che si acuì ulteriormente durante il [[Regime del Terrore]]. Il 10 marzo [[1791]] [[papa Pio VI]] si pronunciò contro la Costituzione civile con l'[[enciclica]] ''Quod aliquandum''<ref>[http://www.totustuustools.net/magistero/p6quodal.htm Testo dell'enciclica Quod aliquandum].</ref> e il mese successivo, con l'enciclica ''Charitas quae'',<ref>[http://www.totustuustools.net/magistero/p6charit.htm Testo dell'enciclica Charitas quae].</ref> sospese ''[[Sospensione a divinis|a divinis]]'' tutti i sacerdoti e vescovi "costituzionali" (ossia coloro che avevano giurato fedeltà alla costituzione) e tutti quei vescovi consacrati dagli stessi.