Fontana delle 99 cannelle: differenze tra le versioni

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Nel [[2009]] la fontana ha riportato lievi danni in seguito al [[terremoto dell'Aquila del 2009|terremoto del 2009]], soprattutto per quanto riguarda il fronte destro che si poggia sul perimetro murario della [[L'Aquila|città]]; pochi mesi più tardi la fontana è stata comunque al centro della cerimonia di apertura dei [[XVI Giochi del Mediterraneo|giochi del Mediterraneo]] di [[Pescara]]<ref>Il 25 giugno [[2009]] Romina Carrozzi con in braccio Giorgia, la prima bimba partorita dopo il [[Terremoto dell'Aquila del 2009|sisma]], ha raccolto l'acqua della fontana che, attraverso [[Paganica]], [[Onna]], [[San Gregorio]] e [[Villa Sant'Angelo]] (i paesi più colpiti dalla tragedia), ha poi raggiunto lo [[Stadio Adriatico]] di [[Pescara]] per l'apertura ufficiale dei [[XVI Giochi del Mediterraneo|giochi del Mediterraneo]], unendosi con quella portata dalle 23 nazioni partecipanti</ref>. Il suo restauro, volto al consolidamento strutturale dell'opera e la pulitura del rivestimento lapideo e delle vasche, è stato patrocinato dal [[Fondo per l'Ambiente Italiano]] e finanziato, quasi interamente, da donazioni<ref>{{cita web|autore=Nanni Magazine|url=http://www.nannimagazine.it/articolo/3793/La-fontana-delle-99-cannelle-L-Aquila-sentira-di-nuovo-la-sua-voce-|titolo=La fontana delle 99 cannelle: L'Aquila sentirà di nuovo la sua voce|accesso=08-12-10}}</ref>. La fontana è stata riaperta al pubblico il 16 dicembre [[2010]]<ref>{{cita web|autore=Abruzzo24ore|url=http://www.abruzzo24ore.tv/news/Terminato-il-restauro-delle-99-cannelle/20553.htm|titolo=Terminato il restauro delle 99 cannelle|accesso=16-12-10}}</ref>.
 
== Descrizione ==
== Descrizione A pianta [[trapezio (geometria)|trapezoidale]] di notevole impatto prospettico, originariamente era costituita da un elaborato sistema simbolico astrologico ripetuto anche nelle aggiunte del [[1582]] ad opera di Alessandro Ciccarone. La fontana si sviluppa su tre fronti ed è posta ribassata rispetto alla sede stradale; sul lato aperto termina con una scalinata che guarda la medievale [[Chiesa di San Vito (L'Aquila)|chiesa di San Vito]]. ==
 
Il perimetro della fontana, che per un lato si appoggia alla cinta muraria della [[L'Aquila|città]], è caratterizzato dall'intreccio di masselli di [[pietra]] [[bianco|bianca]] e [[Rosa (colore)|rosa]] tratta dalla vicina cava di [[Sassa|Genzano di Sassa]], presenti anche nella facciata della [[basilica di Santa Maria di Collemaggio]] e in altri monumenti dell'[[L'Aquila|Aquila]]<ref>Il bianco e il rosso/rosa sono gli antichi colori civici della città, modificati in seguito al [[Terremoto dell'Aquila del 1703|terremoto del 1703]] nel nero e verde attuali</ref>. È costituita da cinque vasche poste su livelli differenti e leggermente sfalsati tra loro, sulla più alta delle quali viene immessa l'acqua tramite appositi mascheroni. Questa struttura era appositamente studiata per consentire il lavaggio del bucato che vi avvenne quotidianamente sino ai primi decenni del [[XX secolo]].
 
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Secondo la tradizione, la funzione dei mascheroni è quella di rappresentare allegoricamente i signori dei novantanove castelli che contribuirono alla [[Storia dell'Aquila#Fondazione, ricostruzione e ascesa della città|fondazione dell'Aquila]] nel [[XIII secolo]]. La città sarebbe infatti costituita di novantanove piazze, novantanove chiese e novantanove fontane, ciascuna riferita al castello di riferimento, e la fontana della Rivera testimonierebbe tale operazione; in realtà il numero dei locali su cui fu fondata [[L'Aquila]] è leggermente minore di novantanove, e anche il numero di mascheroni dai quali sgorga l'acqua è attualmente di novantatré. Difatti, altre sei cannelle, di dimensioni minori e senza alcuna funzione pratica, sono poste poco sotto il parapetto del lato destro, probabilmente per alimentare la leggenda del numero [[99 (numero)|novantanove]]<ref name="FAI"/>. Tra tutti, di particolare interesse è quello posta sull'angolo destro raffigurante un uomo con la testa di pesce che farebbe riferimento a una favola medievale nota come [[leggenda di Colapesce]] e, di conseguenza, permette di ricollegarla al nome di [[Federico II di Svevia]], a cui si vorrebbe legata la [[Storia dell'Aquila#Fondazione, ricostruzione e ascesa della città|fondazione della città]]<ref name=Marcantonio/> (in realtà, la fondazione della città si deve a suo figlio, l'[[Sacro romano imperatore|imperatore]] [[Corrado IV]], e risale agli anni dal 1254 al 1266, quando Federico II era già morto<ref name="Fridericiana">Alessandro Clementi, [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Federiciana/VOL02/FEDERICIANA_VOL02_000327.xml {{Maiuscoletto|L'Aquila}}], ''[[Enciclopedia Federiciana]]'', Vol. II, [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]]</ref>).
 
Un altro mistero legato all'opera riguarda la [[sorgente]] di alimentazione, tenuta volontariamente segreta per evitare che un castello piuttosto che un altro ne rivendicasse la paternità, tanto da spingere a giustiziare il progettista affinché non la rivelasse a nessuno; secondo la leggenda le spoglie di Tancredi da Pentima sono tuttora poste al di sotto della pavimentazione della fontana<ref name="FAI"/>. La sorgente della fontana è con ogni probabilità posta nelle vicinanze della chiesa di Santa Chiara, sul lato nord-orientale della zona della ''Rivera''.i accandadu
 
== Note ==