Torre Astura: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 17:
==Il territorio e l'ambiente==
[[File:Torre Astura, Nettuno.jpg|upright=1.4|thumb|sinistra|Torre Astura<br />(immagine dei primi del Novecento)]]
Si raggiunge percorrendo la strada provinciale Acciarella che da Nettuno porta a [[Latina]]. Passato il grande bosco del [[Foglino]], si prosegue per circa 5 km; al primo incrocio girare a destra per Foceverde e dopo tre km si arriva a un grande parcheggio. Da qui parte una passeggiata che porta a Torre Astura. Il territorio di Torre Astura è oggi compreso all'interno dell''''U.T.T.A.T.''' (Ufficio Tecnico Territoriale Armamenti Terrestri) del Ministero della Difesa, già noto come ''Poligono Militare'' di Nettuno. Si sviluppa per circa 8 chilometri lungo la costa tirrenica all'interno dell'area comunale. Il paesaggio è per la maggior parte pianeggiante, con tratti di vegetazione bassa a erbe e cespugli di [[macchia mediterranea]] (mantenute così dai militari, per le loro esercitazioni) e tratti boschivi caratterizzati da boschi misti a [[Deciduo|caducifoglie]] (cerri, farnetti, roverelle e aceri in prevalenza) nelle aree più interne e, in prossimità del mare, da boschi [[Pianta sempreverde|sempreverdi]] di [[Quercus ilex|leccio]] e [[Quercus suber|sughera]] spesso sormontati dalle fitte chiome di secolari pinete impiantate dall'uomo in epoche passate. Tutta l'area costiera è bassa e sabbiosa e mantiene quasi inalterati importanti tratti di naturalità, con cordoni dunali alti sui quali crescono l'''[[Ammophila arenaria]]'' e il ''[[Pancratium maritimum]]'', due specie di notevole pregio botanico. Zona a rischio nell'antichità per le secche e gli improvvisi banchi di roccia, i fondali circostanti il Castello sono ricchi di reperti archeologici, oggetto, sino agli [[anni 1970|anni settanta]], di un saccheggio incontrollato.
 
==Storia==
[[File:Conradin.jpg|upright=0.5|thumb|destra|[[Corradino di Svevia]]]]
[[Image:Torre Astura by-RaBoe 114.jpg|upright=1|thumb|left|Resti della peschiera appartenente alla villa marittima romana nel sito di Torre Astura (è visibile la torre). La prima fase di costruzione risale al [[I secolo a.C.]]. Potrebbe trattarsi della villa di Astura appartenuta a [[Cicerone]], che ne parlava nelle sue lettere ad [[Tito Pomponio Attico|Attico]].]]
L'Astura romana era un approdo alla foce del [[Astura (fiume)|fiume omonimo]] posto lungo la ''[[via Severiana]]'', sede di ville già dal [[I secolo a.C.]] Una tra queste fu di [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], e Astura fu teatro delle ultime fasi della sua inutile fuga da [[Marco Antonio]]<ref>"Così [[Plutarco]] descrive questa fase della fuga, in ''Cicerone'', 47, 1-7:<br />1. Mentre i tre prendevano accordi, Cicerone si trovava in compagnia del fratello nei suoi possedimenti di Tuscolo. Appena seppero dell'ondata di proscrizioni, decisero di trasferirsi ad Astura, dove Cicerone aveva un suo podere sul mare: di là avrebbero navigato in Macedonia per raggiungere Bruto. Da qualche tempo, infatti, correva voce che la posizione di questo fosse divenuta autorevole.
2. Si fecero trasportare su lettighe, in preda alla disperazione più cupa: ogni tanto, fermandosi lungo la strada, avvicinavano le portantine e si consolavano a vicenda.
3. Il più depresso era Quinto, perché non faceva che pensare alle mille difficoltà che avrebbero incontrato: ripeteva che da casa sua non aveva portato nulla e anche Cicerone aveva scarse provviste per il viaggio. Sarebbe stato meglio, quindi, che Cicerone continuasse a fuggire, mentre lui sarebbe corso a casa a prendere il necessario per entrambi.
Riga 35:
 
==L'immagine di Torre Astura==
Da Torre Astura lo sguardo spazia dal [[Circeo]] alla modernaall'odierna [[Anzio]]. Fino alla bonifica il sito rimase immerso nella foresta paludosa che occupava l'[[Agro Pontino]], immediatamente alle spalle della duna costiera. Come notava [[Ferdinand Gregorovius|Gregorovius]] nel [[1854]], «Con Nettuno cessa la civiltà umana su questa costa, perché immediatamente alle spalle della città comincia il deserto pontino. La macchia si estende fino a [[Terracina]].».
 
Questa posizione, insieme alla natura selvaggia dei luoghi, abitati e frequentati abitualmente solo da contadini poveri, butteri e bufali, briganti e sbirri, sollecitò vivamente la fantasia dei pochi viaggiatori letterati che li percorrevano nel [[XIX secolo]]. Si devono a [[Ferdinand Gregorovius|Gregorovius]] e a [[Gabriele D'Annunzio]] descrizioni affascinanti del luogo nella seconda metà del secolo.