Elmetto Adrian Mod. 16: differenze tra le versioni
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L'elmetto Adrian Mod. 16 restò in dotazione al [[Regio Esercito]] per poco più di quindici anni fino a quando vennero introdotti i nuovi elmetti, prima lo sperimentale [[Elmetto M31|M31]] e quindi il modello definitivo [[elmetto M33|"modello M33"]] che ebbe una più lunga vita operativa, circa 60 anni, ed un buon successo, ma comunque molte truppe italiane (quasi tutte), durante lo sbarco in Sicilia, lo avevano a disposizione. Al contrario la [[Francia]] dopo la [[prima guerra mondiale]] elabora modifiche e varianti all'Adrian Mod. 16, quali il Mod. 1922 e il Mod. 1926, e continuerà ad utilizzare tale elmetto durante tutta la [[seconda guerra mondiale]].
==Storia== viva i bei culetti
[[Immagine:Adrian modello 1915.jpg|thumb|Elmetto Adrian Mod. 15 da sottotenente degli [[Alpini]]. Vista anteriore (sopra) e posteriore. Si noti la bordatura di congiunzione tra la calotta e la visiera, assente invece nel modello 16]]
[[Immagine:Pettinengo-DSCF8841.JPG|thumb|Il monumento ai caduti di Pettinengo; il fante indossa un Adrian Mod. 15, riconoscibile per la cordonatura tra calotta e visiera - para nuca]]
Nel mondo antico era assai diffuso in ambito militare l'uso dell'[[elmo]]. Poi, con il crescente impiego delle [[arma da fuoco|armi da fuoco]] a discapito delle tradizionali [[Arma bianca|armi bianche]], si ritenne superfluo l'uso dell'[[elmo]] in quanto era diminuita la possibilità per il capo di essere colpito da fendenti. Rimasero comunque in uso copricapo protettivi, in cuoio e in metallo, soprattutto presso la [[cavalleria]].
All'inizio della [[prima guerra mondiale]] gli [[esercito|eserciti]] non avevano ancora dotato i propri [[soldato|soldati]] di protezioni per la testa, ad eccezione di [[cappello (abbigliamento)|cappelli]] in stoffa e di [[casco|caschi]] in cuoio (il più noto dei quali era probabilmente il [[pickelhaube]]).
L'affermarsi di un nuovo tipo di combattimento, la [[guerra di trincea]], che provocò subito un gran numero di soldati feriti al capo da [[shrapnel]] e da schegge, convinse gli stati maggiori degli eserciti belligeranti sull'opportunità di studiare adeguati sistemi di protezione della testa.
Un primo tipo di [[elmo]] in acciaio venne distribuito alle truppe Italiane nell'ottobre [[1915]], sebbene in numero assai limitato rispetto alle reali aspettative ed esigenze.
Si trattava dell'elmo ideato e costruito dall'ingegner Ferruccio Farina, da cui prese il nome, in due modelli uno da trincea e uno più alto per gli [[Arditi]] e per le compagnie della morte o tagliafili.
L'elmo Farina, di concezione rudimentale, si dimostrò scomodo ed eccessivamente pesante (2.250 gr per il modello alto e 1.850 gr per quello basso).
All'ingegner Farina si deve anche la paternità di modelli sperimentali di [[Corazza Farina|corazze individuali]] (dal peso di 9.250 gr circa), capaci di resistere ai proiettili cal. 6,5 mm del fucile [[Carcano Mod. 91]] sparati da distanze non inferiori di 125 metri.
Anche queste protezioni erano destinate ad alcuni dei soldati incaricati di particolari mansioni quali l'apertura di varchi nei reticolati nemici.
La [[Francia]] all'inizio del [[1915]] aveva ideato un [[elmetto]] in acciaio molto più pratico e leggero (tra i 670 g e i 750 g), ispirato nel disegno a modelli di copricapo e caschi da cavalleria, e nell'ottobre del medesimo anno lo aveva distribuito alle proprie truppe. Si trattava dell'[[elmetto]] Adrian, così chiamato dal nome del suo ideatore, il generale [[Louis Auguste Adrian]].
Alla fine del [[1915]], il [[Regio Esercito]] adottò l'elmetto francese Adrian che venne distribuito alle truppe ancora in quantità assai limitate.
Nel [[1916]] l'Italia produsse una nuova versione dell'Adrian, detto Mod. 16 di fattura più solida ma meno rifinito e di qualità inferiore rispetto al modello francese in quanto realizzato, sempre a stampo a freddo, con lamiera più sottile.
L'elmetto Adrian Mod. 16 può essere considerato, il precursore dei moderni elmetti dal punto di vista costruttivo e tipologico, anche se fu prevalentemente condizionato dalla valenza estetica, ispirata agli elmi e caschi di cavalleria, piuttosto che dall'esigenza pratica di una valida protezione del combattente. Ne è testimonianza il fatto che non si reputò necessario sottoporre il modello a test balistici ai quali invece verranno sottoposti i modelli inglesi e tedeschi.
L'elmetto Adrian Mod. 16 restò in dotazione al [[Regio Esercito]] per poco più di quindici anni fino a quando vennero introdotti i nuovi elmetti, prima lo sperimentale [[Elmetto M31|M31]] e quindi il modello definitivo [[elmetto M33|"modello M33"]] che ebbe una più lunga vita operativa, circa 60 anni, ed un buon successo, ma comunque molte truppe italiane (quasi tutte), durante lo sbarco in Sicilia, lo avevano a disposizione. Al contrario la [[Francia]] dopo la [[prima guerra mondiale]] elabora modifiche e varianti all'Adrian Mod. 16, quali il Mod. 1922 e il Mod. 1926, e continuerà ad utilizzare tale elmetto durante tutta la [[seconda guerra mondiale]].
==Caratteristiche tecniche dell'elmetto Mod. 16==
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