Il garofano rosso (romanzo): differenze tra le versioni

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A metà circa del romanzo i riferimenti politici, così vivi nella prima parte, si sfocano fino quasi a scomparire del tutto, mentre emerge in primo piano il motivo dell'amore. Tra la prima e la seconda parte si colloca il viaggio di ritorno a casa dopo la sospensione da scuola in seguito allo sciopero. È un viaggio di ritorno all'infanzia, ai suoi riti e giochi, rinfrescati nella memoria di Alessio dai fratelli piccoli, dalla complicità affettuosa con la sorella. Fredde, distanti, del tutto incomunicabili appaiono invece al protagonista le figure del padre e della madre: i silenziosi pranzi nella casa paterna si contrappongono alla felice anarchia, all'allegra rumorosità della pensione a [[Siracusa]], dove Alessio alloggia come studente.
La città è il mondo della storia, la campagna è il mondo dell'infanzia, anche se proprio in essa il giovane ha il primo barlume di una diversa coscienza politica, che porterà Alessio-Vittorini fuori dal fascismo: la scoperta delle dure leggi sociali che costringono alcuni a rimanere subalterni, la sconvolgente presa di coscienza del «mondo offeso», seppur solo accennata, ha una grande rilevanza nel cammino interiore di Alessio, avviandolo al progressivo distacco dalle «certezze fasulle del fascismo», dalle «infatuazioni vagamente rivoluzionarie a vantaggio di un'autentica rivoluzione interiore, segnata non solo dal rifiuto del goliardismo gratuito e spesso violento, fino ad allora praticato al fianco dei compagni di scuola, ma anche dallo stravolgimento inatteso della sua vita sentimentale» (De Nicola).
Se la famiglia non addestra alla vita, anche la scuola, con le sue figure di proffessoriprofessori-macciettemacchiette, è lontana dal dare ad Alessio le risposte che cerca; anzi costituisce agli occhi del giovane un intralcio nel suo frettoloso cammino di crescita e vale più come teatro di avventurose e scapestrate imprese o di conquiste amorose che come luogo di crescita intellettuale.
Gli esami, le promozioni e le bocciature sono per il giovane Alessio "riti" quasi lontani da lui, che si consumano in una dimensione di irrealtà, distanti come sono dal suo io profondo.
Molto più importante, come già si è detto, sono l'amicizia, non priva di conflitti e antagonismi, con Tarquinio, e soprattutto l'amore. Se Giovanna è quasi esclusivamente una voce, simbolo più che esperienza reale dell'amore (come il garofano rosso che dona ad Alessio), Zobeida, la donna con un nome «da mille e una notte», è per Alessio l'amore vero, passione dell'anima e dei sensi. L'amore con lei è insieme un ingresso nel mondo adulto, attraverso la porta della sensualità, e al contempo un dolce ritorno all'infanzia, alla donna-madre, che alimenta nuovi racconti-favole.