Funicolare del Virgolo: differenze tra le versioni

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[[File:Funivia del Virgolo 2.jpg|thumb|upright=0.7|left|Funicolare del Virgolo sul viadotto maggiore]]
L'opera fu finanziata da Sigismund Schwarz, mecenate anche della [[Ferrovia Transatesina]], e progettata da [[Emil Strub]] (lo stesso progettista della [[funicolare della Mendola]]) e da Erwin Schwarz. La costruzione fu affidata alle ditte Guschelbauer Marek di Bolzano
e Rollsche Eisenwerke di [[Berna]]. L'inaugurazione si ebbe il 20 novembre [[1907]], alcuni mesi prima dell'entrata in esercizio della [[funivia del Colle]] che, poco più a est, risaliva la stessa montagna fino alla più elevata quota del [[Colle (Bolzano)|colle di Villa]]/''Bauernkohlern''. La [[funicolare]] fu distrutta dai bombardamenti mirati a colpire la [[ferrovia del Brennero]] presso Bolzano durante la [[seconda guerra mondiale]]. Anziché ricostruirla, si preferì sostituirla con una [[Funivia del Virgolo|funivia]], che restò in esercizio dal [[1957]] al [[1976]].
 
A [[scartamento]] metrico, la funicolare aveva lunghezza di 342 mmetri nei quali superava un dislivello 196 m con una pendenza massima del 70%. L'elevata pendenza ne faceva un'opera [[ingegneria civile|ingegneristica]] notevole. Le vetture viaggiavano ad una velocità media di 5,4 chilometri/ora e impiegavano circa 4 minuti a coprire il percorso, durante il quale attraversavano due [[viadotto|viadotti]]: uno a due campate, della lunghezza totale di 46 mmetri, ed un secondo di soli 6 mmetri. L'ultima parte del percorso a monte correva all'interno di un vallo scavato nella roccia. L'[[energia elettrica|energia]] necessaria per il funzionamento fu fornita dall'''Elektrizitätswerk [[Dodiciville|Zwölfmalgreien]]''.
 
L'edificio che fungeva da stazione a monte della funicolare e successivamente della funivia è ancora visibile. Fino agli [[anni 1980|anni ottanta]] il tracciato della funicolare era percorribile a piedi, sia pure con qualche pericolo sui gradini dei viadotti. Successivamente fu sfruttato per appoggiarvi delle tubazioni e l'accesso fu interdetto. Le spettacolari arcate del viadotto maggiore, ben visibili fino agli [[anni 1990|anni novanta]], furono successivamente quasi nascoste dalla boscaglia circostante.