Ippodamia (moglie di Piritoo): differenze tra le versioni

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'''Ippodamia''' è un personaggio della [[mitologia greca]] figlia di [[Bute (figlio di Borea)|Bute]]<ref>[http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Diodorus_Siculus/4D*.html Diodoro Siculo IV, 70]</ref> o di [[Adrasto]]<ref>Pseudo-Igino, ''Fabulae'' 33</ref>, re di [[Argo (città)|Argo]], e di [[Demonassa]].
 
Era sorella di uno degli [[epigoni]], [[Egialeo]], ed andò in sposa a [[Piritoo]], figlio di [[Issione (mitologia)|Issione]] re dei [[Lapiti]]. In occasione del suo matrimonio i [[Centauri]], che erano tra gli invitati, finirono in preda all'[[Etanolo|alcool]] e infransero le regole della ''[[Xenia (antica Grecia)|xenia]]'', l'ospitalità presso il mondo greco. Ebbri, cercarono di rapire la sposa e di molestare le donne dei Lapiti, scatenando la violenta reazione di quest'questi ultimi, coadiuvati da [[Teseo]], anch'egli tra gli invitati. La rissa degenerò in una guerra fra il popolo dei Lapiti e quello dei Centauri, un evento che va sotto il nome di [[Centauromachia]]. I Centauri furono sconfitti grazie all'aiuto determinante che Teseo prestò a Piritoo.
 
==Note==