Il corvo e la volpe: differenze tra le versioni
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"Salire sull'albero non posso" si disse la volpe, "perché lui volerebbe via immediatamente, ed io non ho le ali… Qui bisogna giocare d'astuzia!".
- Che belle penne nere hai! - esclamò allora abbastanza forte per farsi sentire dal corvo; - se la tua voce è bella come le tue penne, tu certo sei il re degli uccelli! Fammela sentire, ti prego!
Quel vanitoso del Corvo, sentendosi lodare, non resistette alla tentazione di far udire il suo brutto
[[File:Rousseau renard.jpg|thumb|upright=0.7|Tavola di Léon Rousseau dedicata alla favola, Museo La Fontaine]]
'''Il corvo e la volpe''' è una [[favola]] di [[Esopo]] (numero 124 nell'[[indice Perry]]) ripresa poi da [[Fedro]] e successivamente da [[Jean de la Fontaine]].
L'interpretazione più comune dell'opera la vede come avvertimento contro i pericoli dell'adulazione. Fedro stesso introduce la propria versione della favola con il verso: "Colui che gode d'esser lodato con subdole parole, con tardivo pentimento sconta i suoi castighi". Nella versione francese di Jean de la Fontaine, così come nella traduzione inglese di Norman Shapiro, la volpe educa il corvo con la morale a ripagarlo dell'inganno subito.
==Seguito==
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