Concezione del tempo: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
sistemo incipit |
|||
Riga 1:
[[File:Wooden hourglass 3.jpg|thumb|upright|La clessidra, simbolo dello scorrere del tempo]]
==Quantità e qualità del tempo==
Sul piano filosofico, si possono rilevare due modi diversi di considerare il [[tempo]]: nell'[[antica Grecia]] si distingueva il suo aspetto [[quantità|quantitativo]], inteso come misurazione matematica, denominato ''chrònos'', dal tempo [[qualità|qualitativo]] o ''[[kairos|kairós]]'', associato cioè ad un determinato valore o [[archetipo]].<ref>Mark Freier, ''Time Measured by Kairos and Kronos'', 2006.</ref>
{{citazione|Il tempo non possiede soltanto una quantità, ma anche una qualità. Oggi però quasi nessuno riesce a farsi un'idea seppur vaga della qualità del tempo. Nei tempi passati avveniva esattamente l'opposto. Allora si considerava in prima istanza la qualità del tempo e si tralasciava piuttosto la sua quantità. La qualità del tempo non ha niente a che vedere con la durata, ma afferma che ogni punto del tempo, o sezione del tempo (può essere un'ora, un secondo o un decennio), possiedere una determinata qualità, che consente che emergano solo quei fatti che sono adeguati a questa qualità. Espresso in altri termini, questo significa che in quel determinato momento possono realizzarsi soltanto quei fatti i cui contenuti qualitativi corrispondono alla rispettiva qualità del tempo. [...] Un aereo non può precipitare semplicemente "a un certo momento", ma solo quando la realtà dominante del tempo lo consente.|Thorwald Dethlefsen, ''Il Destino come scelta'', pp. 76-77, trad. it., Mediterranee, 1984}}
[[File:Ignazio Danti - Hore ineguali.png|450px|thumb|Tavola delle «ore ineguali» o «planetarie» di [[Egnazio Danti]], che associa ogni giorno della [[settimana]] al rispettivo [[pianeta (astrologia)|pianeta]].<ref>La prima [[ora]] è quella che determina la [[qualità]] planetaria dell'intera giornata; ad esempio il [[sabato]] è associato a Saturno, giorno temuto dai [[antichi Romani|Romani]] (cfr. ''[http://www.nicolaseverino.it/Rivista%20Gnomonica/gnomonica2.pdf Gnomonica. Storia, arte, cultura e tecniche degli orologi solari]'', p. 11). Le [[ora|ore]] successive sono associate a pianeti diversi a seconda dei giorni della settimana: «...planetarie sono chiamate, perché in ciascuna di dette hore predomina, et signoreggia un Pianeta, et di qui hanno preso il nome i giorni della Settimana» (''Trattato dell'uso della Sfera di Egnatio Danti'', pag. 18, Firenze 1573).</ref>]]
Questa concezione qualitativa consentiva una comprensione del tempo basata sul principio di [[analogia (filosofia)|analogia]], cioè sulla somiglianza analogica tra un determinato periodo di tempo ed un modello di riferimento, grazie al quale poterlo interpretare. La capacità di associare il tempo ad una precisa qualità, su cui si fondavano antiche scienze sapienziali come l'[[astrologia]], la [[magia]], la [[medicina]], era attribuita soprattutto ai sapienti e ai [[sacerdoti]], ritenuti in grado di leggere i segni dei tempi.<ref name=dethlefsen>Thorwald Dethlefsen, ''Il Destino come scelta'', pag. 76, trad. it. di [[Paola Giovetti]], Mediterranee, 1984.</ref> Essi si basavano ad esempio sull'[[estispicina|esame delle viscere animali]], sul [[ornitomanzia|volo degli uccelli]], o sulla [[tema natale|posizione dei pianeti]] in un dato momento: associando le informazioni ottenute ai principi corrispondenti, si ricavava l'[[oroscopo]], che significa propriamente «lettura dell'ora».<ref>In quanto composto dei termini ὥρα (hṓra), «ora», e σκοπέω (skopéō), «osservare», «guardare» (cfr. ''[http://www.treccani.it/vocabolario/oroscopo/ Dizionario Treccani alla voce corrispondente]'').</ref> Un'eredità di questa attribuzione analogica la si può ritrovare nell'odierna denominazione dei giorni della [[settimana]], ognuno dei quali era associato, in base alla sua specifica qualità temporale, a un diverso [[pianeta (astrologia)|pianeta]]: il principio della [[Luna (astrologia)|Luna]], ad esempio, espressione del lato materno e [[inconscio]] della realtà,<ref>Johannes Fabricius, ''L'alchimia. L'arte regia nel simbolismo medievale'', pag. 47, Mediterranee, 1997.</ref> al [[lunedì]], quello di [[Marte (astrologia)|Marte]] col suo spirito guerriero al [[martedì]],<ref name=fassio>Lidia Fassio, ''[http://www.convivioastrologico.it/collaboratori/l_fassio/marte.htm Pianeti personali]'', in «Linguaggio astrale», n. 134.</ref> e via dicendo.
Poiché la corrispondenza astrologica tra [[macrocosmo e microcosmo]] valeva anche sul piano temporale, ogni istante poteva contenere e riassumere in sè l'[[eternità]] intera; soprattutto il momento iniziale di un accadimento era considerato il più importante, come un seme contenente in sè l'intera pianta. Da qui la consapevolezza di dover cominciare un'attività nel momento opportuno (''[[kairos]]''), ossia corrispondente alla qualità del risultato che si desiderava ottenere, come una vittoria militare, la buona riuscita di un matrimonio, il successo di un'impresa economica. L'abitudine di consultare gli astri prima di iniziare un'attività divenne prevalente soprattutto nel [[Rinascimento]].<ref>Antonio Clericuzio, Germana Ernst, ''Il Rinascimento italiano e l'Europa'', vol. V, pag. 29, Fondazione Cassamarca, 2008.</ref>
Il tempo può, quindi, essere concepito secondo tre modelli: ''ciclico'', ''lineare'', ''a spirale''.▼
Un corrispettivo odierno del termine ''kairos'', utilizzato nell'ambito della [[psicologia analitica]], è quello di [[sincronicità]],<ref>Enrico Giannetto, ''Saggi di storie del pensiero scientifico'', pag. 414, Bergamo University Press, 2005.</ref> con cui [[Carl Gustav Jung|Jung]] designava la reciproca influenza o interazione tra due [[evento (teoria della probabilità)|eventi]], che non è da intendere in senso [[causa (filosofia)|causale]], nè come un agire materialmente dell'uno sull'altro, ma è dovuta al fatto che entrambi hanno avuto origine da uno stesso contesto, o sono stati [[sintonia|sintonizzati]] su una stessa [[lunghezza d'onda]].<ref>Carl Gustav Jung, ''La sincronicità'' (1952), Torino, Bollati-Boringhieri, 1976.</ref>
Per spiegare i fenomeni di risonanza o di [[vibrazione]] all'unisono, [[Rupert Sheldrake]] ha formulato la teoria del «[[campo morfico]]», ossia di uno spazio e di un tempo dotati di una specifica frequenza vibratoria, in grado di influenzare gli esseri viventi determinandone la forma e il comportamento, in una maniera non riconducibile ad un mero [[meccanicismo]].<ref>Cfr. Sheldrake, ''A New Science of Life'', 1981.</ref> Analoghe interpretazioni sono state proposte riguardo il paradosso della [[fisica quantistica]] noto come ''[[entanglement quantistico|entanglement]]''.<ref>Francesco Facchini, ''Fisica dello spirito. Struttura, connessioni, funzione'', pag. 35, Armando Editore, 2013.</ref>
Mentre il tempo qualitativo risulta dunque legato all'[[esperienza]], nel tentativo di comprenderla e interpretarla, quello quantitativo risponde invece alla necessità di ottimizzare il tempo a disposizione, e dipende generalmente dall'organizzazione [[economia|economica]]: astratto e frazionabile, viene visto come un'entità lineare e misurabile, mentre quello qualitativo è proprio di una visione ciclica. Quest'ultima tuttavia, combinandosi con una prospettiva retta e progressiva della storia, può dare luogo a una [[spirale]].<ref>Enzo Melandri, ''La linea e il circolo: studio logico-filosofico sull'analogia'', pag. 789, Quodlibet, 2004.</ref>
▲Il tempo può
==La concezione del tempo ciclico==
|