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Essendo un pezzo pressoché unico, la datazione si è basata su confronti con statue romane tardo-repubblicane, riferibili agli ultimi decenni del II secolo a.C., come l'[[ara di Domizio Enobarbo]], o i frontoni di via San Gregorio. Il ritratto è pure paragonabile a lavori romani, come la [[Statua di personaggio romano da Delos|Statua di personaggio da Delos]], con la quale ha in comune il verismo derivato dal tardo [[ritratto ellenistico]]. La presenza dell'iscrizione [[lingua etrusca|etrusca]] anticipa poi la datazione al 100 a.C. o poco prima, altamente improbabile dopo la concessione della [[Cittadinanza romana|cittadinanza]] ''optimo iure'' agli Italici<ref name=T/>.
 
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==Descrizione e stile==
L'uomo, vestito della [[toga]] ''exigua'' di alti calzari, è rappresentato mentre compie un gesto volto a catturare l'attenzione degli astanti ed accingersi a compiere l'arringa. Il braccio sinistro è rilassato lungo il corpo e avvolto nel panneggio, mentre il destro è appunto teso verso l'alto con il palmo della mano rivolto in avanti. La mano destra, che si spezzò nel momento in cui la statua fu rinvenuta<ref name="uniroma"/>, è di dimensioni maggiori rispetto al resto del corpo per dare maggiore risalto al gesto.<ref name="museoomero"/>. Tali accorgimenti generano una visuale preferenziale da una posizione leggermente sfasata verso destra, verso la gamba flessa in avanti<ref name=T della spalla destra al tronco. Il moto ascensionale delle pieghe e l'andamento obliquo della posa indirizza tutta l'attenzione dello spettatore sul gesto e sul volto. Quest'ultimo è appoggiato su un alto collo ed è mosso da lunghe rughe incavate sulla fronte e da incisioni più sottili ai lati degli occhi, per rendere la senilità del soggetto degli occhi, un tempo riempite probabilmente d
 
==Iscrizione==
Sulla toga della statua si legge la seguente iscrizione in caratteri etruschi del II sec. a.C.:
''"auleśi meteliś ve vesial clenśi cen flereś tece sanśl terine tuθineś χisvlicś"''.
 
[[Romolo Staccioli]] riporta la traduzione delle prime sette parole ed è incerto sull’ottava:
''"Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi questa statua pose (?)……… "''<ref>Romolo Staccioli, ''Il "mistero" della lingua etrusca?'', Newton Compton, Roma, 1977, pag. 103</ref>.
 
[[Piero Bernardini Marzolla]], basandosi su presunte corrispondenze con il [[sanscrito]], ha integrato la traduzione comunemente accettata, come segue<ref>Piero Bernardini Marzolla, ''L'etrusco, una lingua ritrovata'', Mondadori, Milano, 1984, pag. 149 e succ.ve</ref>:
''"Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi, l’assemblea eresse questa statua, grazie al versamento di pubblico contributo"''.
 
 
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File:Arringatore 14 iscrizione.JPG|L'iscrizione
File:Arringatore 12.JPG|Dettaglio
File:Arringatore 13.JPG|Dettaglio
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==Note==