Malatesta da Verucchio: differenze tra le versioni

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Nel [[1239]] divenne [[podestà]] ghibellino di Rimini. Nel [[1248]] cambiò campo, aderendo alla parte guelfa. Da allora fu il più significativo esponente guelfo della [[Romagna]]. Il suo principale avversario fu [[Guido da Montefeltro]], capo dei ghibellini romagnoli.
 
Nel [[1275]] ricopriva la carica di [[Capitanocapitano del popolo]] a [[Bologna]]. Successivamente fu designato da [[Carlo I d'Angiò]] come [[vicario]] [[Papa|pontificio]] a [[Firenze]].
Nel [[1295]] si proclamò [[Signore (titolo nobiliare)|signore]] di [[Rimini]], decretando l'espulsione di tutte le famiglie [[Guelfi e ghibellini|ghibelline]] rivali.
Citato da [[Dante Alighieri|Dante]] quale tiranno, detto il "Mastino vecchio" ([[Inferno - Canto ventisettesimo|Inf. XXVII]] vv. 46-48), fu il padre di altre figure ricordate dal ''Sommo Poeta'', quali [[Paolo Malatesta|Paolo]] <ref>Protagonista della tragica storia d'amore di [[Paolo e Francesca]].</ref>, cognato e amante di [[Francesca da Polenta]], e [[Ganciotto Malatesta|Gianciotto]], suo marito e assassino di entrambi. Un terzo figlio fu [[Malatestino I Malatesta]], soprannominato dall'Alighieri "Mastino nuovo", e che venne ritenuto responsabile, secondo il ''vate'' fiorentino, dell'omicidio dei due ''migliori'' di [[Fano]] ([[Inferno - Canto ventottesimo|Inf. XVIII]], vv. 76-84).
 
Morì centenario nel [[1312]] dopo aver dettato minuziozeminuziose disposizioni testamentarie. [[Sigismondo Malatesta|Sigismondo]] farà raccogliere i suoi resti, unitamente a quelli degli altri avi, nell'''Arca degli Antenati e dei Discendenti'', opera di [[Agostino di Duccio]], nella chiesa riminese di San Francesco, ovvero il [[Tempio Malatestiano]].<ref>Yriarte, p. 209</ref>
 
== Discendenza ==
[[File:Arca degli Antenati, Tempio Malatestiano.jpg|miniatura|destra|[[Tempio Malatestiano]]: l'''Arca degli Antenati'' ([[Agostino di Duccio]])]]
Ebbe una prospera discendenza da due matrimoni.<ref>{{cita libro|Pompeo|Litta|Famiglie celebri d'Italia. Malatesta di Rimini|1835|Torino}}</ref>.L'ipotesi di una terza moglie è stata negata da tutti gli storici malatestiani, a partire dal Massera, errore derivante da una traduzione erratasbagliata di un documento in latino: fu una casa, non una consorte, che Malatesta acquisì, nel 1230, da Guglielmo di Arrighetto. L'identità della madre di Rengarda è comunque incerta e sarebbe la primogenita di Concordia.<ref>Fleetwood, p. 18</ref><ref>Pari, pp. 71-73</ref><ref>Turchini, p. 54</ref>In alcuni alberi genealogici dei Malatesta Rengarda non viene neppure menzionata.<ref>Franceschini, p. 466</ref>
 
Dalla prima moglie, Concordia dei Pandolfini di [[Vicenza]], ([[1248]]), ebbe cinque figli: