Giovanni Maria Vianney: differenze tra le versioni

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Finalmente, scongiurata la sciagura civile, il giovane Vianney poté tornare ai suoi studi presso la canonica di Don Balley che personalmente si prese cura della sua formazione e lo condusse alla prima tappa del cammino sacerdotale: la [[tonsura]], avvenuta il [[28 maggio]] [[1811]]. Alla scuola del canonico Balley, Giovanni Maria fece proprio lo stile di vita del precettore, contrassegnato da continue penitenze e digiuni<ref>Margherita Humbert, ''processo dell'Ordinario'', p.1324</ref>, con un continuo richiamo al sacramento dell’eucaristia<ref>Catherine Lassagne, ''Piccoli ricordi'', pag.31</ref> e alla lettura delle vite dei santi, particolarmente i [[padri del deserto]].
 
Nell’ultimo semestre del [[1812]] il giovane era finalmente pronto a fare un altro grande passo: lasciare la canonica di Balley per raggiungere il seminario minore di [[Verrières]], dove avrebbe intrapreso gli [[filosofia|studi filosofici]]. Col suo misero bagaglio culturale il Vianney ebbe a faticare molto nel seguire le lezioni del professore Chazelles, gesuita, rigorosamente in latino e si vide così costretto a partecipare, con altri sette alunni, a una sezione straordinaria in lingua francese<ref>Abbè Tournier, ''processo apostolico'', pp.1292-1293</ref>. Sebbene alcuni colleghi, fra questi [[Marcellin Champagnat]], futuro fondatore dei [[Fratelli Maristi delle Scuole]] (o ''piccoli fratelli di Maria''), apprezzassero il suo stile contemplativo e la sua umiltà molti altri si presero beffe della sua età avanzata (era perfino più grandeanziano del professore<ref>Francois Trochu, ''Il curato d'Ars'', Marietti, pag.112</ref>) e delle sue difficoltà d’apprendimento, fu per lui un tragitto molto arduo<ref name="Ibidem">''Ibidem''</ref>. Concluso l’anno i suoi voti non furono certo eccellenti ma gli permisero in ogni modo di raggiungere il seminario maggiore di [[Lione]], dove l’attendevano i due anni di [[teologia|studi teologici]].
 
Nell'ottobre [[1813]] Giovanni Maria entrava così a far parte del prestigioso seminario lionese dove poté condividere gli studi con altri 250 giovani entrati con lui, fra i quali Marcellino Champagnat, [[Jean Claude Colin|Giovanni Colin]], futuro fondatore della [[Società di Maria (Maristi)|società di Maria]] e [[François-Auguste-Ferdinand Donnet|Ferdinando Donnet]], futuro cardinale e vescovo di [[Bordeaux]]. Questi, e in particolare i suoi compagni di camera, lo descrivono come un giovane asceta, dedito alla preghiera e molto semplice<ref>''Processo dell'ordinario'', p.1272</ref>. In quanto agli studi i suoi risultati non migliorarono per nulla, al contrario "''era nullo, perché non capiva abbastanza bene il latino''"<ref>Testimonianza di don Bezacier al ''processo dell'ordinario'', p.1273</ref>, e lievi miglioramenti si ebbero solo quando il compagno di studi Giovanni Duplay, per mandato del superiore, si impegnò a fargli da ripetitore in lingua francese<ref>Abbè Raymond, ''Vita'', pag.62</ref>. E nonostante cominciasse a imparare, grazie al manuale "''Rituel de Toulon''", opera di teologia in francese del vescovo di [[Tolone]] Joly de Choin, gli esami dovevano pur sempre essere affrontati in lingua latina e ciò risultò per lui impossibile<ref name="Abbè Dubouis p.881">Abbè Dubouis, ''Processo apostolico'', p.881</ref>.