Pittura romana: differenze tra le versioni

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Era tipico per una casa signorile avere ogni angolo di parete dipinta, da cui deriva una straordinaria ricchezza quantitativa di decorazioni pittoriche. Tali opere però non erano frutto dell'inventiva romana, ma erano un ultimo prodotto, per molti versi banalizzato, dell'altissima civiltà pittorica greca.
[[File:Quarta cella - Capitolium - Brescia (ph Luca Giarelli).JPG|thumb|Affreschi in secondo stile pompeiano nel Santuario repubblicano di [[Brescia]]]]
 
Si individuano quattro "stili" per la pittura romana, anche se sarebbe più corretto parlare di schemi decorativi. Il [[primo stile]] ebbe una documentata diffusione in tutta l'area ellenistica (incrostazioni architettoniche dipinte) dal III-II secolo a.C. Il [[secondo stile]] (finte architetture) non ha invece lasciato tracce fuori da Roma e le città vesuviane (eccezion fatta per le pareti affrescate del Santuario repubblicano di [[Brescia]]<ref>{{cita libro| autore1=Fabrizio Pesando | autore2=Marco Bussagli | autore3=Gioia Mori | titolo=Pompei: la pittura | anno=2003 | editore=Giunti Editore | città=Milano | ISBN=88-09-03206-3}}</ref>), databile dal [[120 a.C.]] per le proposte più antiche, fino agli esempi più tardi del [[50 a.C.]] circa. Questo è forse un'invenzione romana. Il [[quarto stile]], documentato a Pompei dal [[60]] d.C., è molto ricco, ma non ripropone niente di nuovo che non fosse già stato sperimentato nel passato. In seguito la pittura si inaridì gradualmente, con elementi sempre più triti e con una tecnica sempre più sciatta.
 
Tra gli esempi più interessanti dell'epoca vi sono gli affreschi con scene dell'[[Odissea]] dalla [[Casa di via Graziosa]], databili tra il [[50 a.C.|50]] e il [[40 a.C.]], probabilmente delle copie eseguite con diligenza (e qualche errore, come nei nomi in greco dei personaggi) di un originale alessandrino perduto databile attorno al [[150 a.C.]]: in queste opere si nota per la prima volta in ambito romano un disporsi compiuto delle figure nello spazio illusionistico della rappresentazione, che sembra quindi "sfondare" la parete.