L'avaro: differenze tra le versioni

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===Atto II===
Cleante chiede a Freccia come stiano procedendo le trattative con un certo Mastro Simone per ottenere un prestito di 15.000 franchi. Freccia mette in guardia il suo padrone dellesulle difficoltà e dellesulle controversie che implicano, il chiedere soldi in prestito daad usurai. Lo mette al corrente che Mastro Simone non è altro che un mediatore di affari, e che lui a sua volta dovrà chiedere i soldi a una terza persona, e che tutto ciò costerà a Cleante un interesse del 25%. Tale notizia costerna Cleante che inveisce prima sulla disonestà del prestatore, e poi sull'avarizia scellerata di suo padre, che lo ha costretto a tali sotterfugi economici. Ma nonostante ciò, Cleante accetta i compromessi e decide di vedersi di persona, accompagnato dal servo, con Mastro Simone, e con il prestatore. Cleante scopre purtroppo che il prestatore finale altro non è che suo padre Arpagone, il quale alla scoperta di chi avrebbe dovuto prestarericevere a prestito i soldi, da inizio a un dibattito acceso con il figlio, accusandolo di prestarsi a prestiti riprovevoli. Cleante, dal canto suo lo accusa di prestarsi ad azioni vergognose. Dunque il prestito monetario salta ed i quattro si dipartiscono.
Giunge Frosina, che chiede al padrone Arpagone di potergli parlare. Quest'ultimo però, impensierito per la salute del suo patrimonio, esce in giardino a controllare il suo tesoro, chiedendole di aspettarlo li. Nel frattempo arriva Freccia che chiede a Frosina come se la passa, e se è per caso è implicata in qualche affare con Arpagone. Frosina asserisce che sta trattando un affaruccio per il padrone di casa, sperando di ottenere una piccola ricompensa, come premio del lavoro svolto. Freccia la dissuade dal crederlo capace di ciò asserendo che non esista uomo più avaro di lui.
Rientra Arpagone chiedendo a Frosina, cosa avesse da dirgli. Quest'ultima le confida che i preparativi per il matrimonio fra Anselmo ed Elisa, e Tratra lui e Marianna, stanno procedendo nel migliore dei modi. Continua dicendo che non ha fatto altro che parlare bene di lui a Marianna, suscitandole una gran voglia di vederlo e conoscerlo. Aggiunge che la giovane Marianna piena di virtù e ben assennata, stravede per i sessantenni come lui rispetto ai suoi coetanei da idai quali non si sente minimamente attratta. Asserisce poi che come dono di nozze porterà 1.200 franchi, unica notizia che preoccupa Arpagone, il quale sperava in una cifra più consistente. Infine, Frosina approfitta delle liete notizie, per chiedergli dunque un piccolo aiuto economico per sistemare un processo in corso, che se lo perdesse avrebbe su di lei gravissime conseguenze. Arpagone dopo essersi rabbuiato al sentir parlare di favori economici, fa finta di non aver sentito ringraziando e salutando la serva per il l'ottimo lavoro mediaticodi mediazione, e andandosene via. Frosina, scandalizzata dal suo comportamento, inveisce contro il padrone, asserendo di non volersi arrendere, e di tentare la stessa tecnica con la futura moglie.
 
===Atto III===