Emanuele Pacifici: differenze tra le versioni

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Stabilitosi a Roma, nel dopoguerra Emanuele Pacifici è stato autore e curatore di numerose opere dedicate alla conservazione del patrimonio orale della tradizione religiosa e culturale ebraica italiana.
 
Il 9 ottobre 1982 fu il ferito più grave dell'[[Attentato alla Sinagoga di Roma]], che provocò la morte del piccolo Stefano Gaj TachèTaché e il ferimento di altre 36 persone e lasciò lo stesso Emanuele Pacifici tra la vita e la morte per diversi giorni.<ref>[http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/04/14/news/morto_emanuele_pacifici_memoria_storica_dell_ebraismo-83548280/ La Repubblica (14 aprile 2014)]</ref>
 
Nel 1993 pubblica l'autobiografia: ''Non ti voltare. Autobiografia di un ebreo''. È uno dei primi racconti autobiografici ad affrontare il problema dell'impatto traumatico che le persecuzioni ebbero sui bambini ebrei in Italia, anche tra coloro che non furono deportati nei campi di sterminio, costretti a lasciare le loro case e a vivere nascosti nella paura e spesso nel dolore della separazione o della perdita dei propri genitori.<ref>Anna Baldini (2012), "La memoria italiana della Shoah (1944-2009)", in ''Atlante della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, Vol.3, pag. 758-763.</ref>