Siamo uomini o caporali: differenze tra le versioni

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Imprigionato in un [[campo di concentramento]], Totò compie un furto al magazzino dei viveri degli ufficiali. Distribuisce il cibo agli altri prigionieri, incluse le donne, che si trovavano in un settore separato. Addestra, a tale scopo, un [[cane da pastore tedesco]], che porta il cibo in un sacco alle prigioniere. Tra queste: Sonia, amica di Totò, della quale è innamorato. Con lei ogni sera comunica con un rudimentale telefono a barattoli. Scoperto il furto, il colonnello nazista Hammler fa condurre tutti i prigionieri sulla piazza del campo di concentramento. Una pernacchia interrompe il suo discorso. Così dà un ultimatum di quindici secondi al colpevole per consegnarsi, passato il quale farà fucilare cento di loro. Totò si fa avanti. Un attimo prima di essere fucilato, è richiesto da un ufficiale scienziato che ne ha bisogno per un esperimento. Lo scopo dello scienziato è quello di realizzare una macchina in grado di rendere gli uomini velocissimi, così da trasformare l'esercito tedesco in un'armata invincibile. L'esperimento crea però una grande confusione e Totò ne approfitta per fuggire con Sonia.
 
I due giungono a [[Roma]], dove Totò vive in una modesta baracca, il giorno in cui la città viene liberata dagli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] (4 giugno [[1944]]). I due si stabiliscono nella baracca, dove Totò cerca di far capire a Sonia l'amore che prova per lei cantandole la canzone, scritta appositamente per l'amata, ''Còre analfabbeta''. Sonia, tuttavia, non manifesta interesse. I due vengono assunti al teatro gestito dai soldati americani, sotto la direzione del colonnello Black. Il colonnello punta soprattutto a Sonia. Con la scusa di congraturalarsi, dopo lo spettacolo in cui, con Totò, recita nella celebre ''E llevate 'a cammesella''), la chiama nel suo ufficio. Il suo scopo è però quello d'insidiarla. Totò, insospettitosi, interviene appena in tempo. Ie i due lasciano, il teatro americano.
 
Poco dopo, Totò viene contattato dal direttore di un periodico (''Ieri, oggi, domani''), il quale lo convince a firmare un memoriale nel quale asserisce di essere stato testimone oculare di un delitto avvenuto tempo prima, a cui, in realtà, Totò non ha mai assistito. Il direttore e i suoi stretti collaboratori cercano di sfruttare l'ingenuo Totò per incrementare la vendita delle copie del periodico, ma Sonia gli fa capire la verità. Per evitare che ritratti, il direttore e gli altri giornalisti sequestrano Totò nella camera dell'hotel dove alloggia, lasciandolo con la sola biancheria. Totò riesce però a entrare, passando per il cornicione e poi attraverso la finestra, nella camera accanto, dove trova un abito da donna, che indossa per evitare di essere riconosciuto. Uscito in strada, viene scambiato per una prostituta e portato al commissariato per accertamenti. Totò cerca di chiarire l'equivoco con il commissario. Giunge il direttore di ''Ieri, oggi, domani'' che, giocando abilmente sul travestimento di Totò, lo fa passare per persona poco credibile e lo denuncia per [[truffa]]. Gli farà, così, scontare alcuni mesi di carcere.