Obbligo formativo in Italia: differenze tra le versioni

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Con il passaggio del ministero a [[Giuseppe Fioroni]], attraverso l'art. 1 comma 622 della 27 dicembre 2006 n. 296 (legge finanziaria per l'anno 2007), l'obbligo scolastico è stato nuovamente innalzato a 10 anni e, in ogni caso, fino al sedicesimo anno di età. Di conseguenza l'età per l'accesso al lavoro è stata elevata a 16 anni.
 
Meno di due anni dopo il [[governo Berlusconi IV]], modificando la legge 296/2006,<ref>Art. 64 [[legge 133/2008]]</ref> contemplò la possibilità che l'obbligo scolastico, nel rispetto degli obiettivi di apprendimento generali e specifici, fosse assolvibile anche attraverso percorsi di istruzione o formazione professionale. La maggioranza presentò un disegno di legge nuovamente dedito all'introduzione dei giovani nel mondo del lavoro. Questi avrebbero potuto infatti trascorrere l'ultimo anno di obbligo di istruzione (ovvero, di norma, il sedicesimo anno di età) in aziende del territorio, tramite contratti di apprendistato.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2010/gennaio/21/Scuola_obbligo_puo_finire_anni_co_8_100121010.shtm ''Scuola, l'obligo può finire a 15 anni'']</ref><ref>[http://www.flcgil.it/rassegna-stampa/nazionale/la-stampa-apprendisti-studenti-a-15-anni.flc da archiviostorico.corriere.it, 21 gennaio 2010]</ref> Quest'ultimo disegno si scontrò con grandi critiche da parte di vari sindacati, del [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] e dell'[[Italia dei Valori]];<ref>[http://dati.camera.it/ocd/page/aic.rdf/aic9_01441_QUATER_F_005_16 Dati dal sito della Camera dei Deputati]</ref> e nonostante un lunghissimo iter parlamentare non venne approvato.
 
Con la nuova [[riforma Gelmini]] del 2010 si fece un tentativo di riduzione dell'obbligo scolastico che, tuttavia, non andò in porto.