Guerre romano-persiane: differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Campagne partiche di Marco Antonio}}
 
[[Gaio Giulio Cesare]] poco prima di intraprendere una campagna militare contro i [[Parti]] e vendicare l'onore ferito di [[Repubblica romana|Roma]], fu ucciso allaalle idiIdi di marzo del [[44 a.C.]]<ref>{{cita|Dione| 43.51.}}</ref> Una guerra di tale portata nasceva però anche dalla sua brama di conquistare il mondo, ora che si sentiva invincibile, e dal desiderio di emulare il Grande [[Alessandro Magno|Alessandro]] conquistando tutto l'Oriente, non solo quindi per vendicare la sconfitta dell'amico [[Marco Licinio Crasso]].<ref>E. Horst, ''Cesare'', Milano 1982, p. 269.</ref> Cesare morì poco dopo i primi preparativi della "campagna" e questo progetto gigantesco poté essere ripreso pochi anni più tardi, senza successo, da [[Marco Antonio]]. Quest'ultimo, infatti, giunto in Oriente alla fine del [[38 a.C.]], cominciò a programmare una campagna di proporzioni colossali che però si risolse in un insuccesso totale nel [[36 a.C.]] Dei 100.000 armati che presero parte alla spedizione (di cui ben 60.000 legionari) tornarono in Siria solo 30.000 legionari e 5/6000 cavalieri iberi/celti.<ref>{{cita|Plutarco|49-50-51.}}</ref>
 
=== Segnali di pace tra i due Imperi: da Augusto ai Flavi (23 a.C.-96 d.C.) ===