Romanzo di un giovane povero (film 1995): differenze tra le versioni
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La narrazione parte da un punto intermedio della storia, ovvero nel momento in cui il protagonista, Vincenzo Persico, viene tradotto in carcere da alcune guardie carcerarie. Egli è un giovane laureato in lettere. disoccupato, che vive in un grande condominio di Roma, assieme alla madre. Frustrato dal carattere di quest'ultima, donna assai apprensiva e timorosa del giudizio degli altri condomini, e dalla precaria situazione economica, vive in uno stato di perenne insoddisfazione, in bilico tra depressione e disperazione. Nello stesso palazzo vive anche un anziano signore, Bartoloni, che vive all'ombre della moglie Karline, un tempo bellissima ballerina di rivista, ormai preda dell'obesità e dell'alcolismo.
Una sera, Vincenzo ed il signor Bartoloni si incontrano casualmente nel cortile del condominio. L'anziano signore, ormai in preda alla disperazione per le
Gli incontri tra i due si susseguono con sempre più frequenza: l'anziano Bartoloni si confida col ragazzo in modo sempre più intimo e spassionato sui suoi sentimenti verso la moglie. Tanto che una notte, al culmine della rabbia per un gesto di stizza della moglie che ha distrutto la sua collezione di fumetti, avanza al ragazzo una proposta piuttosto esplicita: uccidere la moglie, sfruttando l'insospettabilità di Vincenzo, in cambio di trenta milioni di Lire che la donna tiene nascosti in casa. Quest'ultimo reagisce dapprima mostrandosi atterrito, e poi imboccando le scale del condominio esclamando, ridendo: "a patto che Lei uccida mia madre!".
Pochi giorni dopo Vincenzo, dimenticatosi della faccenda, trova lavoro presso la tipografia dell'anziano signor Pieralisi, amico del padre, da cui riceve anche un milione di lire di anticipo sullo stipendio. Questo
Una
Preso dallo sconforto per non avere un alibi che possa
Il procuratore Moscati, dopo aver effettuato un ultimo decisivo confronto tra Vincenzo e Bartoloni, durante il quale quest'ultimo mostra al contempo la forza e la fragilità della sua verità, decide di compiere delle indagini in proprio, e si reca al condominio teatro della morte di Karline. Scopre dalla testimonianza ex-portiera, una donna preda di manie di persecuzione, che il signor Bartoloni ha effettivamente - così come aveva dichiarato Vincenzo - consegnato al ragazzo un involto contenente presumibilmente del denaro attirandolo in cantina con uno stratagemma. Moscati ha poi modo di parlare con la giovane Marcella, le cui parole confermano alcuni suoi sospetti riguardo al comportamento di Bartoloni, e con il signor Pieralisi, che gli conferma di aver dato a Vincenzo effettivamente un anticipo consistente sul suo stipendio.
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Una volta chiuso il fascicolo riguardante la morte di Karline, Moscati si reca in carcere in visita a Vincenzo, nell'estremo tentativo di convincerlo - pur indirettamente - a sostenere con maggior forza la propria innocenza, senza farsi scoraggiare dalla fuorviante evidenza dei fatti. Il ragazzo, però, gli fa capire che la sua vita carceraria, scandita da un ritmo molto preciso, è per lui molto migliore della sua precedente esistenza "libera". In carcere Vincenzo ha anche occasione di esercitare finalmente la professione di insegnante, tenendo dei corsi di italiano per i detenuti stranieri.
Il film si conclude con una struggente immagine di Bartoloni che, nella notte di Capodanno, ormai solo e roso dai sensi di colpa, sogna la giovane Karline, di cui è riuscito a conservare soltanto un'ultima foto.
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