Antonio Ongaro: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Con ogni probabilità, nacque a [[Venezia]]<ref>Una neltradizione [[1560]].letteraria Trasferitosilo vuole invece nato a [[PadovaNettuno (Italia)|Nettuno]], all'Universitàper studiòaltri invece a [[GiurisprudenzaPadova]].
 
(''Antonio Ongaro e il suo tempo'', in Pietro Cappellari, Vincenzo Monti, Alberto Sulpizi (a cura di), ''Illustri Nettunesi: Antonio Ongaro - Giuseppe Brovelli Soffredini - Francesco Felici,'' Nettuno, Le Edizioni del Gonfalone, 2004).  
</ref> nel [[1560]]. Trasferitosi a [[Padova]], all'Università studiò [[Giurisprudenza]].
 
In seguito, dopo essere stato a Napoli, soggiornò circa dal [[1578]] a Roma dove inizialmente esercitò la professione di legge, ma avviandosi alla carriera letteraria entrò in contatto coi fratelli Girolamo e Michele Ruiz - di una famiglia spagnola trasferitasi nell'Urbe - che gli diedero protezione.
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Ongaro morì a Valentano in una data compresa tra il 3 dicembre [[1592]] - giorno della morte di Alessandro Farnese, che il poeta pianse nei suoi [[verso|versi]] - e il [[1599]]. Si è pensato ad un decesso entro primi mesi del [[1593]].
 
Nonostante la sua breve vita l'Ongaro, facile agli amori, dalla spiccata personalità interiore - «con rilievo umano e patetico, reazionario e sottomesso a un tempo» viste le sue liriche<ref name=":0">Romualdo Luzi, ''Nacque a Nettuno la prima favola pescatoria della letteratura italiana'', in Vincenzo Cerri, ''Nettuno'', Nettuno, Collana Caritas, 1986.</ref> - riuscì a crearsi una grandissima notorietà entrando nel contesto culturale tardo-cinquecentesco, tanto che sulla sua tomba fu collocata una lapide, su cui fece scrivere di «essere morto «giovane d'anni ma vecchio per fama»<ref>''Antonio Ongaro e il suo tempo'', in Pietro Cappellari, Vincenzo Monti, Alberto Sulpizi (a cura di), ''Illustri Nettunesi: Antonio Ongaro - Giuseppe Brovelli Soffredini - Francesco Felici,'' Nettuno, Le Edizioni del Gonfalone, 2004. </ref>. Tuttavia, col passare del tempo divenne sempre più un illustre sconosciuto ai posteri, se pochi si curarono delle sue memorie e della sua opera.
 
Il poeta visse in un periodo storico al tramontare del [[Rinascimento italiano|Rinascimento]], mentre l'atmosfera determinata dalla [[Controriforma]] cattolica privava i poeti della necessaria libertà di espressione, e passioni religiose e sociali tormentavano l'Italia divisa in staterelli; per cui egli, che non fu un mediocre, «comprese il suo tempo e le sue contraddizioni, visse modestamente in un'esistenza sicuramente diversa dalle sue aspirazioni di letterato.». Ebbe un «carattere ora quieto e ora impaziente, sgomento o intrepido, diffidente o fiducioso, fu un essere tormentato e instabile segno anche lui di un tempo che non risparmiò nemmeno il [[Torquato Tasso|Tasso]].».<ref name=":0" />
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* [[Romualdo Luzi]], ''Nacque a Nettuno la prima favola pescatoria della letteratura italiana'', in Vincenzo Cerri, ''Nettuno'', Nettuno, Collana Caritas, 1986.
* ''Antonio Ongaro e il suo tempo'', in Pietro Cappellari, Vincenzo Monti, Alberto Sulpizi (a cura di), ''Illustri Nettunesi: Antonio Ongaro - Giuseppe Brovelli Soffredini - Francesco Felici,'' Nettuno, Le Edizioni del Gonfalone, 2004.  
* Donatella Manzoli, ''ONGARO, Antonio,'' in ''Dizionario Biografico degli Italiani'' ''-'' Volume 79'','' 2013.