Operazione Bagration: differenze tra le versioni

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Dal punto di vista tedesco, la disfatta era probabilmente quasi inevitabile in ragione della netta inferiorità di uomini e di mezzi aerei e terrestri<ref>{{Cita|Zaloga 1997|p. 85|Zaloga1997}}.</ref>, ma la sua gravità venne senza dubbio accresciuta da alcuni gravi errori di Hitler e del comando tedesco<ref>{{Cita|Bauer 1971|vol. VI, pp. 232-234|Bauer1971}}.</ref>: mancata individuazione delle intenzioni nemiche, rafforzamento del gruppo d'armate Ucraina Nord a scapito del gruppo d'armate Centro, eccessiva fiducia nelle capacità difensive del dispositivo tedesco in Bielorussia, decisione di abbarbicare forze preziose in inutili piazzeforti, scarsità di riserve corazzate disponibili, sottovalutazione delle capacità offensive sovietiche, ottimistiche valutazioni, almeno da parte di Hitler (il [[Führer]] addirittura era in febbrile attesa di un crollo improvviso del nemico sotto il peso delle continue perdite<ref>{{Cita|Zaloga 1997|p. 15|Zaloga1997}}.</ref>) su un presunto indebolimento decisivo dell'Armata Rossa<ref>{{Cita|Zaloga 1997|pp. 10-12 e 40-41|Zaloga1997}}.</ref>.
 
Le truppe tedesche durante l'operazione Bagration, per la prima volta sul fronte orientale, mostrarono segni di indebolimento della volontà combattiva e di deterioramento del morale; vennero catturati dai sovietici un gran numero di prigionieri e l'esercito tedesco in rotta abbandonò enormi quantità di materiali, inoltre le forze schierate a difesa delle sacche di VicebskVitebsk, Bobrujsk e Minsk si batterono con minore accanimento rispetto al passato e cedettero rapidamente le armi<ref name="ReferenceB"/>. Numerosi generali accerchiati si arresero con le loro truppe, ed alcuni aderirono prontamente al famoso "Comitato della Germania Libera" (organizzato da Stalin dopo Stalingrado con ufficiali tedeschi catturati e pronti a collaborare con le autorità sovietiche) e sottoscrissero un appello alle truppe tedesche per indurle alla resa<ref>{{Cita|Erickson 2002|pp. 229-230|Erickson2002}}.</ref>. Nel complesso, tuttavia, la massa principale dell'esercito tedesco non crollò, tentò di ripiegare (anche in piccoli gruppi di sbandati) battendosi coraggiosamente e infliggendo gravi perdite al nemico in avanzata; le ''Panzerdivision'', spesso impegnate in situazione disperate, mostrarono la ben nota capacità ed esperienza e salvarono la situazione in molte occasioni.
 
Il clamoroso e rapido successo dell'Armata Rossa, le impressionanti avanzate compiute dai sovietici e la gravità delle perdite subite dai tedeschi<ref>Stalin organizzò una spettacolare sfilata a Mosca, il 17 luglio, di oltre 50.000 prigionieri tedeschi proprio per dimostrare al mondo l'importanza delle vittorie sovietiche; in {{Cita|Werth 1966|p. 883|Werth1966}}.</ref>, permisero a [[Stalin]] e alla propaganda sovietica di ridicolizzare le affermazioni di parte tedesca su una presunta ritirata ordinata e pianificata della Wehrmacht in Bielorussia, e quelle di parte anglosassone su un presunto ruolo decisivo della campagna occidentale in Normandia rispetto alle battaglie sul fronte orientale (affermazioni smentite dalle dimensioni "apocalittiche" delle battaglie estive all'est)<ref>{{Cita|Erickson 2002| pp. 228-229|Erickson2002 }}.</ref><ref>In realtà fino alla fine di luglio il confronto tra le travolgenti avanzate sovietiche e i limitati successi angloamericani all'ovest (lo sfondamento decisivo ebbe inizio solo il 1º agosto, e si concluse il 22 dello stesso mese a [[Sacca di Falaise|Falaise]]) non mancò di innescare vivaci polemiche giornalistiche su una presunta incapacità militare alleata rispetto alla potenza offensiva dell'Armata Rossa; in {{Cita|Bauer 1971|vol. VI, pp. 198-199|Bauer1971}}.</ref>. Durante il mese di agosto, proprio mentre si sviluppava la campagna all'ovest, la Wehrmacht riuscì con grande abilità tattica e grazie agli sforzi di ufficiali e truppe, a stabilizzare momentaneamente la situazione sulla Vistola e sul Niemen, sbarrando la strada per la Polonia e la Prussia orientale e salvaguardando le comunicazioni con gli [[Paesi Baltici|stati Baltici]]<ref>{{Cita|Bauer 1971|vol. VII, pp. 1-2|Bauer1971}}.</ref>.